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A Palermo gli ambasciatori della legalità: "Falcone conosciuto a scuola"

Arrivati in città 2.500 ragazzi per ricordare il magistrato ucciso dalla mafia. "Un'esperienza forte"

PALERMO. Hanno conosciuto i giudici Falcone e Borsellino attraverso progetti svolti in classe, ne hanno parlato a lungo con gli insegnanti e hanno approfondito l'argomento anche leggendo libri e navigando da un sito web all'altro. Sono questi i ragazzi dell'"esercito della legalità" arrivati a Palermo per ricordare le stragi di mafia che hanno ucciso i due magistrati. Sono partiti ieri pomeriggio da Civitavecchia in 1.500 da tutta Italia su una delle due Navi della Legalità organizzate dal Ministero dell'Istruzione e dalla fondazione Falcone e messe a disposizione dalla Snav. E durante il viaggio verso la Sicilia hanno raccontato le loro aspettative sulla giornata di oggi, ma soprattutto sul futuro. Giulia, 18 anni, studia al liceo Scientifico Mascherani di Bergamo. E' riuscita a partecipare all'iniziativa con altri compagni grazie a un numero del giornalino della scuola dedicato al tema della legalità: "Il progetto è piaciuto al ministero e alla Fondazione e siamo stati selezionati. Questo viaggio mi dà molta emozione e coraggio per il futuro. Da qui posso partire per cominciare ad assumermi più responsabilità e per chiedermi cosa posso fare all'interno della mia scuola per diffondere gli ideali della legalità. In futuro vorrei fare la giornalista per continuare a testimoniarla". Giorgia, 16 anni, del liceo scientifico Marconi di Pesaro, crede che l'incontro con i ragazzi di Palermo sarà "un'esperienza forte: noi non ci possiamo rendere conto di come si vive con la mafia". L'unico "incontro" con la criminalità organizzata Giulia lo ha avuto a scuola, conoscendo le storie di ospiti "illustri" come i parenti di Borsellino e Peppino Impastato. La scuola da cui proviene Filippo, 17 anni, di Montefiascone (Viterbo), è intitolata a una delle più note vittime della mafia, Carlo Alberto Dalla Chiesa. Con i suoi compagni, in questi mesi si è impegnato nella bonifica di una cava confiscata alle cosche, vicino  a Viterbo e per questo è stato selezionato, assieme ad altri studenti, per partecipare all'iniziativa della Nave della Legalità: "Spero che quella di oggi a Palermo sia una manifestazione sentita, anche dalla popolazione locale". Per educare i ragazzi alla legalità, ha concluso Maria Elena De Petroni, insegnante di Bergamo, bisogna cominciare a parlarne in classe dal primo anno: "Bisogna insegnare loro a vivere nelle regole e ad amarle. Esperienze come questa della Nave della Legalità aiutano anche ad avere familiarità con le istituzioni, che solitamente si sentono così lontane. Inoltre i ragazzi si sentono più partecipi, più che durante le lezioni".

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