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Scoppia la rivolta dei precari: in 22 mila a Palermo

La mobilitazione è partita da tutte le province e mercoledì sarà concentrata nel capoluogo, dove ci sarà una protesta contro la Regione, che ha annunciato l'impossibilità di rinnovare i contratti in scadenza

PALERMO. Una manifestazione di protesta a Palermo, mercoledì. E una mobilitazione che già ieri è iniziata in tutte le province. I 22 mila precari degli enti locali sono in stato di agitazione. Sotto accusa l’impossibilità annunciata dalla Regione di rinnovare i contratti in scadenza perchè farebbero sforare il patto di stabilità. Nell’attesa che le missioni romane di Lombardo e dell’assessore al Lavoro, Lino Leanza, producano una deroga statale ai vincoli di bilancio, il Movimento giovani lavoratori (sindacato autonomo dei precari degli enti locali) ha già pianificato la protesta. E lunedì a Catania Leanza incontrerà i vertici di Anci, Urps e sindacati. «Abbiamo invitato tutti i precari - spiegano Massimo Bontempo, Giuseppe Cardenia e Giuseppe Leggio - a dar vita ad assemblee in tutti i consigli comunali. Chiediamo ai sindaci di unirsi alla nostra mobilitazione. Mercoledì verremo a Palermo da tutta la Sicilia per vari sit in». Ieri c’è stata una pacifica occupazione dell’ufficio del sindaco di Vita (nel Trapanese): «Ho 30 precari - spiega lo stesso Nino Accardo - e i contratti scadranno a fine anno. Con queste regole sarà impossibile prorogarli e c’è gente che lavora qui da anni e si è pure fatta una famiglia». Il sindaco di Castelvetrano, Gianni Pompeo, ha chiesto a tutti i deputati all’Ars di prendere posizione: «Serve una riforma per gestire il precariato, altrimenti sarà emergenza sociale». Un appello al ministro Tremonti lo ha rivolto anche Ferdinando Latteri, deputato Mpa a Roma: «La Regione si è attivata, il governo nazionale faccia la sua parte e dia la deroga». Ma il problema provoca diverse reazioni politiche. Giulia Adamo, capogruppo del Pdl Sicilia (area Miccichè) dice che «è finito il tempo dei blitz per le proroghe, serve una legge organica sul precariato e l’Ars ci sta già lavorando». Il caso divide i sindaci. Roberto Visentin, presidente dell’Anci, ha confermato che «quasi tutti i Comuni sforerebbero il patto di stabilità se rinnovassero i contratti». Ma due primi cittadini del Pdl evidenziano i ritardi nell’affrontare il problema. «A Ragusa - spiega il sindaco Nello Dipasquale - abbiamo stabilizzato tutti entro il 2008 e così non siamo caduti nelle maglie dei vincoli per il rinnovo. Ma era una cosa che potevano fare tutti i sindaci». E per Marco Zambuto, sindaco di Agrigento, «il problema non è il rinnovo, che abbiamo già fatto per cinque anni, al massimo si tratta di contabilizzare al meglio la spesa per rientrare nei tetti di bilancio». E anche il deputato nazionale del Pdl ufficiale, Alessandro Pagano, segnala che «a Caltanissetta e San Cataldo si sta perfino procedendo alle stabilizzazioni nel rispetto dei vincoli di bilancio». E per Antonio Ferro della Uil «bisogna smetterla coi balletti fra Stato e Regione, che alimentano solo false illusioni. È ora di trovare soluzioni vere. La Uil è pronta a una dura azione di lotta».

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