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Lombardo ascoltato dai pm sulla fuga di notizie

Il presidente della Regione Sicilia, su richiesta dei suoi legali, è stato sentito dalla Procura di Catania. "Ho reso dichiarazioni spontanee per chiarire una vicenda Kafkiana"

CATANIA. Il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, è stato ascoltato oggi, su richiesta dei suoi legali dalla Procura di Catania, in merito alla fuga di notizie che riguarda l'inchiesta in cui risulterebbe indagato per concorso esterno in associazione mafioso. Lo ha reso noto lo stesso Lombardo attraverso il suo Blog, definendo "kafkiana" la sua vicenda giudiziaria. "Ho reso spontanee dichiarazioni - spiega il Governatore e allegato ben 23 articoli di stampa, solo una sintesi di quanto é accaduto dal 29 marzo ad oggi, da quando cioé si diede in pasto all'opinione pubblica la notizia di un'inchiesta per mafia sul governatore della Sicilia. Articoli relativi al tema, all'inchiesta, persino alla personalità del sottoscritto, alle presunte prove, consistenti in presunte intercettazioni, perché é tutto presunto in questa vicenda".  Lombardo sottolinea di avere appreso la notizie sulle indagini soltanto dalla stampa che "si spinge fino a citare mie dichiarazioni spontanee che sono ovviamente coperte da segreto istruttorio; che osa sostenere che i Pm si interessano alle attività imprenditoriali, in realtà inesistenti, di mia moglie". Il Governatore ricorda inoltra, che "puntualmente per ogni notizia, sia quella del 29 marzo sulle indagini che quella del 12 maggio sulla richiesta dell'arresto, è arrivata la smentita della Procura della Repubblica, che ha parlato apertamente, nella persona del procuratore, di matrice politica nella diffusione della notizia". "In questa sorta di vicenda kafkiana - prosegue Lombardo - di certo c'é solo una contrapposizione politica di chi, costi quel che costi, in tutti i modi, possibili e immaginabili, leciti o illeciti, vuole chiudere questa esperienza di governo della Regione".   "Ho detto questo ai procuratori - conclude Lombardo - e naturalmente ho ribadito, in un momento nel quale ho invitato il mio partito a votare contro la legge che riduce le intercettazioni (e quindi gli strumenti per combattere la mafia), la mia piena fiducia alla magistratura, alla quale chiedo tutela e che venga svelato questo vergognoso intreccio, che nuoce a me e soprattutto alle istituzioni, in generale; a quelle regionali, in particolare; alla Sicilia e ai siciliani".

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