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La Regione che coltiva le illusioni dei precari

Corsa dell'Assemblea regionale per trovare una soluzione al problema dei precari, con le commissioni parlamentari impegnate su questo tema. Scelte difficili che maturano in un clima sociale pronto all'incendio.
La delusione dei precari si manifesta nei bivacchi nel piazzale di Palazzo dei Normanni. Un aperitivo amaro su quanto potrebbe accadere con i 3.321 della Spo cui il contratto è scaduto a fine aprile.
Erano impegnati nella pulizia delle scuole, facevano la guardia nei sottopassi della circonvallazione, si occupavano delle spiagge (senza di loro chissà che cosa accadrà in estate). Insomma svolgevano un servizio alla città. Lodevole se non fosse per un interrogativo: i dipendenti in organico al Comune che facevano mentre i precari si occupavano di pulizia e della sorveglianza? Come mai non erano loro per strada?
Non c'è che dire: nelle strutture affollate e male organizzate come il Comune di Palermo il personale non basta mai. Infatti adesso che gli ex pip sono a casa non c'è più nessuno a occuparsi delle spiagge e del controllo dei tunnel. Il personale della Spo è a casa. Aspetta una sistemazione nell'amministrazione regionale. Senza far nulla per quattro mesi. Riceverà comunque lo stipendio. O almeno così è stato detto.
Non è ancora chiaro chi dovrà pagare e, soprattutto, quale lavoro li attende in Regione. La confusione monta insieme all'incertezza e alla rabbia. Perché pagare gli ex pip e lasciarli a casa? Perché promettere una stabilizzazione impossibile? Perché continuare a coltivare illusioni?
A cosa serve questa caccia al consenso politico acquistato con i soldi pubblici? Promettere, promettere promettere e non mantenere mai alla fine diventa un boomerang. Un attrezzo che comunque va maneggiato con abilità. Altrimenti finisce sulla testa del lanciatore. Come sta accadendo ai partiti in Sicilia.

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