PALERMO. E' stato scarcerato per motivi di salute Salvatore Vitale, 64 anni, condannato all'ergastolo per il sequestro e l'omicidio di Giuseppe Di Matteo, il tredicenne ucciso e sciolto nell'acido, dopo 26 mesi di prigionia, l'11 gennaio del 1996, per lanciare un avvertimento al padre, Mario Santo Di Matteo, che aveva iniziato a collaborare con la giustizia.
In termini tecnici si chiama differimento della pena. Vitale era il proprietario del maneggio di Villabate (Palermo) dove il ragazzino fu prelevato dai mafiosi. Secondo l'accusa, l'uomo favorì il sequestro. Vitale era detenuto nel carcere di Voghera, ed è stato rimesso in libertà sabato su decisione del magistrato di sorveglianza di Pavia che accolto una richiesta del difensore, Giuseppina Paci, fondata sull'incompatibilità delle condizioni di salute dell'ergastolano con la detenzione, come riportano alcuni giornali. Vitale era stato coinvolto anche nelle indagini sulla strage di via D'Amelio, ma era stato poi prosciolto. Un suo fratello, Nicola Vitale, sospettato di essere anch'egli implicato nel sequestro Di Matteo, si suicidò nel 1995, chiedendo in una lettera perdono per il suo gesto.
Partecipò al sequestro del piccolo Di Matteo: ergastolano scarcerato
Salvatore Vitale, 64 anni, lascia l'istituto penitenziario di Voghera per motivi di salute. Era il proprietario del maneggio dove il ragazzino fu prelevato dai mafiosi
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