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Mafia, associazione antiracket parte civile nel processo Crash

Il dibattimento ha preso il via mercoledì scorso e vede alla sbarra anche Simone Castello, accusato di essere lo storico riferimento di Bernando Provenzano

BAGHERIA. L'associazione antiracket ed antiusura del comprensorio bagherese si costituisce parte civile nel processo contro gli affiliati alle famiglie mafiose di Bagheria, Villabate e Ficarazzi, arrestati nel corso dell'operazione 'Crash'. Il processo  che ha preso il via mercoledì scorso, davanti ai giudici del tribunale di Palermo, vede alla sbarra, fra gli altri, Simone Castello, accusato di essere lo storico riferimento del capo di Cosa Nostra Bernando Provenzano. "La costituzione di parte civile è generalmente un atto simbolicamente importante - dice il presidente dell'associazione, Pippo Cipriani, - ma in questo caso assume un valore maggiore, considerato il calibro dei personaggi alla sbarra". "Anche Pio La Torre, - conclude Cipriani - aveva intuito la pericolosità dei personaggi ora sotto processo  prevedendo per primo il grave danno che il 'nuovo business' delle famiglie mafiose avrebbe  portato all'economia agricola del comprensorio".

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