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Regione, bando dei cento posti non si può annullare

Incontro con i vertici della società Italia Lavoro Sicilia. Leanza: "Rischiamo di perdere 2 milioni di euro". Ci sarebbero atti vincolanti già firmati

PALERMO. Il bando da quasi cento posti pubblicato da Italia Lavoro Sicilia solo on line non può essere annullato. La marcia indietro - invocata a gran voce da sindacati, Confindustria, Pdl, Udc e Pd - costerebbe cara, 2 milioni e mezzo da restituire al ministero del Lavoro che ha finanziato il progetto. A questa conclusione è giunto ieri l’assessore al Lavoro, Lino Leanza, che ha convocato Pietro Rao (il presidente della società partecipata al 51% dalla Regione) e il dirigente generale dell’Agenzia per l’impiego, Rino Lo Nigro. Regione ostaggio di un bando per soli titoli che ora, esplosa la polemica, nessuno dice di volere. «Ci sono atti vincolanti già firmati - ha detto Leanza - il bando è l’atto terminale di un progetto già avviato da tempo. Annullarlo comporterebbe perdere il finanziamento». Leanza si era detto contrario a «creare illusioni con progetti spot, che non danno vere occasioni di lavoro».  Ieri l’assessore ha almeno tentato di percorrere un’altra strada: «Il bando non si può annullare ma certamente può essere modificato. Intanto prevedendo maggiore trasparenza con la pubblicazione anche in Gazzetta ufficiale. Poi allungando i termini per presentare la domanda, oggi limitati ad appena 14 giorni. Potremmo anche prevedere di assumere meno persone e per più tempo». Il bando oggi è pubblicato solo sul sito www.italialavorosicilia.it. Sembra più difficile percorrere invece una terza via. L’ha suggerita Ivan Lo Bello, indignato per il continuo ricorso a nuovi precari. I 91 esperti (laureati e diplomati) da selezionare dovrebbero affiancare il personale dell’assessorato al Lavoro nell’attuazione di alcuni punti della riforma Biagi. Il tutto con contratti a termine di alcuni mesi, pagati poco più di mille euro. Il presidente di Confindustria ha proposto di utilizzare lo stesso finanziamento per formare il personale già assunto, pagando loro eventualmente lo straordinario. Ma per Leanza «Italia Lavoro Sicilia conta solo 8 dipendenti e non sarebbero sufficienti. In ogni caso il progetto prevede l’affidamento all’esterno di questi servizi e credo che non si possa affidarli a personale interno». Leanza proverà comunque a studiare con i rappresentanti di Pd, Pdl, Mpa e Udc una soluzione: «Li ho già sentiti, entro due giorni ci incontreremo anche con i tecnici dell’amministrazione creando un tavolo misto. Nel frattempo chiederò a Italia Lavoro di fermare le procedure per qualche giorno». Italia Lavoro Sicilia si trova per la seconda volta in questa situazione. La prima risale a poco più di un mese fa, quando pubblicò solo sul sito un bando da mille stage di un anno pagati 500 euro al mese, che venne sospeso da Lombardo dopo un voto trasversale dell’Ars su un ordine del giorno di Pino Apprendi del Pd. Lo stesso Apprendi ha presentato anche ieri un ordine del giorno per bloccare questo nuovo progetto. Il testo si aggiunge a quello già depositato da Salvino Caputo del Pdl. Nel suo ordine del giorno Apprendi ricorda che «Lombardo ha detto di voler impedire nuove assunzioni e che intende riportare l’accesso alla pubblica amministrazione entro procedure concorsuali pubbliche». Apprendi ha chiesto di «ricorrere a personale interno» e annullare il bando. Una manifestazione di protesta di precari.

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