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Roma-Lazio, sequestrato arsenale: 10 arresti

Armi “bianche” trovate dalla Digos in tre diverse operazioni, già cominciate nei giorni scorsi. E durante il match di ieri la polizia ne ha requisite altre nascoste in una Kia parcheggiata nei pressi dell'ingresso della curva nord all'Olimpico

ROMA. L'altra faccia del tifo. Il lato oscuro dei festeggiamenti e della gioia. Ecco cosa è stato messo in scena ieri sera a Roma al termine del derby. Probabilmente il tam-tam violento di frange di teppisti ed ultras era quello di scatenare una vera e propria guerriglia urbana. Ma il loro progetto è stato bloccato appena in tempo, anche se per alcuni momenti, ieri sera, la città ha vissuto scene ad alta tensione. E il bilancio, fatto a notte fonda negli  uffici della questura, parla di dieci persone arrestate e di un vero e proprio arsenale sequestrato dentro un'auto.
Accette, coltelli, molotov, petardi seghe e mazze. Armi con le quali alcuni ultras si preparavano al colpire scatenando una 'guerra' tra tifoserie. E oggi è stato il dirigente della Digos di Roma, Lamberto Giannini, a tracciare il riepilogo di una notte che nulla ha a che vedere con lo sport. Le armi 'bianche', sono state sequestrate dalla Digos in tre diverse operazioni, già cominciate nei giorni scorsi. E durante il match di ieri, attirati da un antifurto bloccavolante che aveva l'aspetto di una mazza, la polizia ha trovato armi nascoste in una Kia parcheggiata nei pressi dell'ingresso della curva nord all'Olimpico. All'interno di una sacca c'erano decine di coltelli, mazze, martelli, accette, guanti, seghe e abiti che sarebbero stati utilizzati all'occorrenza per cambiarsi e dileguarsi dopo gli scontri. Immediato l'arresto per un ultras laziale del gruppo "In basso a destra", figlio del proprietario dell'auto. Già poco prima dell'inizio del derby erano state trovate in terra una molotov e altre armi. Ma le indagini erano partite già nei giorni scorsi quando dopo alcuni controlli si è arrivati alla denuncia di due ultras laziali del gruppo "In basso a destra". Venerdì scorso gli agenti avevano seguito fino a Napoli un auto con quattro giovani, di cui due in seguito denunciati, che erano andati assieme alle proprie fidanzate a rifornirsi di 90 bomboni, 25 torce illuminanti, un coltello e diversi adesivi "Romanista verme". A Roma, a casa di un tifoso, sono stati sequestrati un coltello e un tirapugni.
E, inevitabili, le polemiche sulla sicurezza in occasione di grandi eventi come quello del derby di ieri sera. Polemiche che il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, respinge con fermezza sottolineando che il piano predisposto dalla questura ha funzionato e che sarebbe stato impossibile militarizzare uno stadio ed una città. Ma non solo. Giuseppe Pecoraro prova a spostare l'angolazione del problema sostenendo che "quanto successo ieri sera dovrebbe far riflettere che sarebbe utile ed opportuno giocare alcune partite ad alta tensione di giorno o quanto meno in concomitanza con le altre partite di campionato e non in differita. Questo per non caricare maggiormente di ansia l'incontro sportivo". E per questo invita alla riflessione la Lega Calcio affinché  valuti con "maggiore flessibilità gli orari e le scelte delle partite che concluderanno il campionato". Per il prefetto di Roma alcuni incontri di calcio "devono assolutamente tener conto anche delle esigenze di sicurezza e non solo gli aspetti di carattere economico". Per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, invece "é impensabile che si possa andare a colpire in qualche modo lo stadio o la città di Roma per quel che è successo". Intanto il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha deciso di presenziare la riunione dell'Osservatorio nazionale sulla manifestazioni sportive, in programma mercoledì.

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