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Musei e siti archeologici ai privati: scontro tra Armao e i sindacati

Conferenza stampa unitaria. I Cobas:" Si vogliono indebolire le tutele. A rischio laurea in restauro". La replica: "Per evitare disfunzioni"

PALERMO. I sindacati attaccano, l’assessore Gaetano Armao si difende: sulla strategia del governo regionale nel campo dei Beni culturali si scatena una querelle con tanto di botta e risposta. L’affondo parte da un documento presentato ieri durante una conferenza stampa unitaria da Fp Cgil, Cobas- Codir, Sadirs, Ugl e Uil Fp. Una sorta di “memoria” basata, si legge in una nota delle sigle sindacali, «sulle conseguenze che le scelte del governo in campo di beni culturali rischiano di produrre in Sicilia: dall'annuncio di privatizzazione alla riforma di semplificazione dei beni culturali, alla riorganizzazione legata alla riforma dei dipartimenti, ai tagli previsti in finanziaria». Da qui il documento, che sarà consegnato ai parlamentari e alle Commissioni competenti dell'Ars alle quali i sindacati chiedono una convocazione immediata.
«La situazione è gravissima - dice Giancarlo Salzano di Fp Cgil -. Si sta indebolendo il sistema pubblico di gestione dei beni culturali per aprire le porte ai privati. Armao parla di partenariato pubblico-privato e non di privatizzazione ma sappiamo cosa hanno prodotto in passato percorsi simili anche in altri settori come acqua e rifiuti». «Negli anni - aggiunge Riccardo Termini della Uil – tutte le sigle sindacali hanno chiesto ai vari assessori di essere ascoltati e di varare una riorganizzazione del sistema insieme a chi vi opera. Siamo rimasti inascoltati». Inoltre Fp Cgil, Cobas – Codir, Sadirs e Uil Fp hanno passato in rassegna il testo del ddl 545 per la semplificazione delle procedure nel settore dei beni culturali che tra le altre cose «mette a rischio il corso di laurea in restauro». «Sotto il titolo semplificazione - afferma Michele d'Amico dei Cobas - si camuffa la volontà di vanificare ogni concreta azione di tutela delle Sovrintendenze prevedendo, tra le altre cose, passaggi di competenze agli Enti locali».  «Anche la riforma dei dipartimenti rischia di minare il sistema – sostiene Peppe Salerno del Sadirs -. Si vogliono ridurre le Sovrintendenze a servizi e i servizi a unità operative, indebolendo ogni tutela». Ieri l’assessore Armao non ha replicato, ma il giorno prima si era detto «dispiaciuto che i rappresentanti delle organizzazioni sindacali continuino ad attribuirmi parole che non ho mai pronunciato. Non ho mai parlato di privatizzazione dei musei e dei siti archeologici, perché giuridicamente non è possibile farlo. Ho solo prospettato l'obiettivo di una gestione dei beni culturali all'insegna del partenariato pubblico-privato». «Quanto al disegno di legge per la semplificazione dei beni culturali - conclude Armao - permetterà di evitare lungaggini e disfunzioni che danneggiano cittadini e imprese e che trovano nella chiusura dei musei per mancanza di personale un esempio da dimenticare».

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