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Catania, condannato Scuto il "re dei supermercati"

La pena è di 4 anni e 8 mesi di reclusione. Secondo l'accusa l'imprenditore avrebbe "finanziato in modo continuativo" la famiglia Laudani "in cambio di una duratura protezione"

CATANIA. La seconda sezione penale del Tribunale di Catania ha condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione per associazione mafiosa il "re dei supermercati" in Sicilia, Sebastiano Scuto, di 69 anni. I giudici hanno inoltre disposto la confisca del 15 per cento dei beni dell'imprenditore, che sono sotto sequestro dal 2001, ed hanno assolto "perchè il fatto non sussiste" l'ex maresciallo dei carabinieri Orazio Castro, accusato di avere passato informazioni al clan Laudani. Secondo l'accusa l'imprenditore avrebbe "finanziato in modo continuativo" la famiglia Laudani "in cambio di una duratura protezione" e "riciclato in attività economica legale ingenti proventi delle attività illecite della cosca".

Scuto è stato assolto dal reato di estorsione aggravata nei confronti di un imprenditore e dall'accusa di avere gestito a Palermo centri commerciali in comune con i boss Bernardo Provenzano e Salvatore e Alessandro Lo Piccolo e il capomafia catanese Benedetto Santapaola. Il Tribunale, presieduto da Antonino Maiorana, ha disposto "il dissequestro e la restituzione agli aventi diritto" dei beni sequestrati e sottoposti a custodia giudiziale della "quota ideale del 15%" del quale ha ordinato la confisca. Scuto è stato inoltre interdetto per cinque anni dai pubblici uffici, dichiarato incapace di contrattare con la
Pubblica amministrazione per un anno e, una volta scontata la pena, sottoposto alla libertà vigilata per un anno. Nella sua requisitoria il Pg Gaetano Siscaro aveva chiesto la condanna di Scuto a 12 anni e sei mesi di reclusione e del maresciallo  Castro a quattro anni e sei mesi. La difesa ha sempre respinto le ricostruzioni della Procura sostenendo invece che Scuto è stato "vittima di estorsione da parte della mafia" e che "pagava il clan per evitare ritorsioni personali". Scuto era stato anche accusato di concorso in omicidio per avere indicato alla cosca Laudani di avere ricevuto una richiesta di estorsione da un esponente del clan Sciuto Tigna, ma è stato prosciolto in sede di rinvio a giudizio per "per non avere commesso il fatto".

"Sono tranquillo e sereno nel mio animo perché sono innocente e nessuno potrà dimostrare il contrario. Mai. Ho vissuto anni d'inferno che mi hanno distrutto la vita". Così l'imprenditore Sebastiano Scuto commenta fuori dall'aula la sua condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione per associazione mafiosa comminata dalla seconda sezione del Tribunale.

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