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Inchiesta su Lombardo, interpellanza del Mpa su mancato invio degli ispettori

CATANIA. Un'interpellanza parlamentare sul  "comportamento del Guardasigilli" nell'affrontare "le clamorose fughe di notizie dalle Procure di Trani e Catania" davanti a "fattispecie identiche, con identici protagonisti, ma con differenti soggetti istituzionali" è stata presentata dai quattro senatori del Mpa al ministro della Giustizia. Secondo Giovanni Pistorio, Sebastiano Burgaretta, Vincenzo Oliva e Riccardo Villari nei due casi "il Guardasigilli ha tenuto un comportamento istituzionale difforme, alimentando con ciò il fondato dubbio che questi diversi comportamenti siano stati in realtà determinati da precisi interessi politici, gravemente lesivi della funzione costituzionale e istituzionale di imparzialità che il ministro della Giustizia deve sempre garantire nell'esercizio delle sue funzioni".
Il riferimento, spiegano i senatori del Mpa, è all'invio di ispettori di via Arenula alla "Procura di Trani per l'inchiesta in cui è indagato il presidente del Consiglio dei ministri, dove tempestivamente il ministro dispose un'ispezione per accertare eventuali irregolarità nella grave fuga di notizie con un provvedimento che - si legge nell'interpellanza - pur essendo espressione dell'esercizio di una sua precisa prerogativa, ha dato adito a sospetti di forzature di carattere istituzionale e di volontà punitiva nei confronti di magistrati titolari del procedimento". Diverso, secondo i senatori del Mpa, è stato l'atteggiamento del Guardasigilli che "non ha inviato gli ispettori alla Procura di Catania per la fuga di notizie sull'inchiesta in cui sono anche indagati il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e suo fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa"    I senatori del Mpa chiedono infine di "sapere se il difforme comportamento tenuto dal ministro, con riferimento alla fuga di notizie relativa alle indagini in corso presso la Procura della Repubblica di Catania, sia frutto di una straordinaria resipiscenza istituzionale maturata sulla base di una tardiva consapevolezza circa il fatto che non si deve interferire con l'attività dei magistrati che devono svolgere la loro fondamentale attività istituzionale in modo autonomo ed indipendente, chiunque sia il soggetto sottoposto ad indagini".

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