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Marsala, chiesti condanne per 55 anni per clan mafioso

Agli imputati sono contestate una serie di estorsioni e, ad alcuni, anche la detenzione di armi da fuoco. Sarebbe coinvolto anche Matteo Messina Denaro

MARSALA. La condanna, complessivamente, a 55 anni di carcere è stata chiesta dal pm della Dda Carlo Marzella per sei persone arrestate a Marsala, il 3 luglio 2009, nell'operazione denominata "Raia", sotto processo col rito abbreviato davanti al gup di Palermo  Sergio Ziino. Quindici anni di carcere sono stati chiesti per Vito Vincenzo Rallo, ritenuto il nuovo reggente della cosca. Dodici, invece, per Giuseppe Francesco Raia, 43 anni, che gestiva il racket delle estorsioni per conto dei boss. E ancora: 10 anni e 8 mesi per Maurizio Bilardello, fratello naturale di Raia, 8 anni e 4 mesi per Giuseppe Gaspare De Vita, 38 anni, podologo e titolare di un centro scommesse, 6 anni per Francesco Messina,  imprenditore edile, e 3 anni per Dario Cascio.  Agli imputati sono contestate una serie di estorsioni e, ad alcuni, anche la detenzione di armi da fuoco.  Scarcerato nel luglio del 2007, Rallo sarebbe tornato subito a
pianificare e gestire il racket delle estorsioni e ad amministrare la cassa dell'organizzazione. Al suo fianco  Francesco Giuseppe Raia, figlio del boss Gaspare, ex capo decina di Cosa Nostra, anch'egli attualmente in carcere. A dare l'input al piano di riorganizzazione  della cosca di Marsala sarebbe stato il superlatitante Matteo Messina Denaro.

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