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Lombardo: "Abbiamo dato colpi micidiali alla mafia"

Nel corso del discorso all'assemblea regionale, lungo un'ora, il governatore ha risposto punto per punto alle accuse. Fatti i nomi di Firrarello e Torrisi

PALERMO. "Un'aggressione mediatica congegnata da menti raffinate". Così Raffaele Lombardo, citando le parole di Giovanni Falcone dopo il fallito attentato dell'Addaura, orchestrato secondo il magistrato da "menti raffinatissime", appunto, ha esordito in aula, all'Assemblea regionale. Un intervento, durato oltre un'ora, per replicare alla fuga di notizie sull'inchiesta della Procura di Catania in cui è indagato ("ma non ho ricevuto neppure un avviso di garanzia") per concorso in associazione mafiosa.    Il governatore non ha fatto - come aveva annunciato alla vigilia - altri nomi se non quelli trapelati prima del suo intervento all'Ars, ma ha attaccato a testa bassa quel "tavolo trasversale ai partiti in cui si è progettato di far cadere il Governo prima con mezzi politici, mediatico-giudiziari e, qualora non fossero bastati, anche fisicamente".    


Il governatore evoca un complotto contro di lui e il suo esecutivo da parte di chi vuole fermare "la rivoluzione in atto: la Sicilia - aggiunge - è stata finora governata da ascari, che più o meno consapevolmente sono alleati naturali della mafia". Lombardo parla di "mille sicari" che i suoi nemici "hanno assoldato o assolderanno" e quando più tardi, in un'improvvisata conferenza stampa qualcuno gli chiede se ha ricevuto minacce di morte, la sua risposta è: "Chiedetelo alle questure, io non vado in giro a strombazzare queste cose". Quanto alle preoccupazioni per la sua incolumità, assicura che al primo posto c'é l'onore della Sicilia, poi quello suo e della sua famiglia e, in terza istanza il timore per la vita. Ai 90 deputati dell'Ars e agli uomini del suo governo, presenti al completo, dice di aver presentato una relazione alla procura di Palermo. Nel documento, assicura "ci sono i nomi, i cognomi e i prestanomi, le proprietà, i valori di acquisto e di vendita dei terreni di Paternò (Ct)" dove sarebbe dovuto sorgere, secondo il piano del precedente governo, uno dei quattro termovalorizzatori previsti per la Sicilia, appalti miliardari bloccati, insieme al piano, dal governo Lombardo. La società che avrebbe dovuto fare i lavori, la Altecoen, farebbe capo al capomafia della Sicilia orientale Nitto Santapaola.    


E proprio Paternò è il paese natale di Carmelo Frisenna, in carcere per mafia da oltre un anno e ritenuto, secondo Lombardo, vicino al senatore del Pdl Giuseppe Firrarello. In un'intercettazione dell'aprile 2008 Frisenna riferisce una frase che avrebbe pronunciato Firrarello: "Ah, sì, Lombardo mi sta bene... tanto muore di morte naturale... lo fanno attaccare (arrestare ndr), te lo dice il sottoscritto". Frisenna, sempre secondo Lombardo, sarebbe legato a un altro deputato del Pdl, Salvatore Torrisi, che insieme a Firrarello fa parte della commissione Antimafia. Poi Lombardo si sofferma sulla polemica con Angelino Alfano: "Non ho sollecitato al guardasigilli l'invio degli ispettori del ministero alla Procura di Catania, semmai - spiega - ho lamentato una disparità di trattamento rispetto a quanto avvenuto nella procura di Trani dove si è verificata una fuga di notizie ad opera degli stessi giornalisti". Infine, sul piano politico, Lombardo difende il "rapporto limpido" con il gruppo parlamentare del Pd, che dopo il "ribaltone" all'Ars e la spaccatura nel Pdl sostiene dall'esterno la sua maggioranza; ma attacca il senatore ed ex sindaco di Catania Enzo Bianco, anche lui del Partito democratico, che a parere di Lombardo si muoverebbe con disinvoltura tra gli uomini dell'opposto schieramento che governano la Provincia e il Comune etneo: "Il suo mandatario - dice - l'avvocato Francesco Carpinato, è stato nominato amministratore unico della Pubbliservizi". Mentre, l'ex candidato del centrosinistra alla Provincia di Catania, Totò Leotta, vicino a Bianco, "é stato nominato consulente dal suo avversario e attuale presidente, Giuseppe Castiglione, genero di Firrarello". Ma secondo Bianco "Lombardo usa polveroni per coprire le sue magagne”.

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