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Lombardo ascoltato in procura: "Ho fornito degli elementi"

Dopo aver chiesto più volte di essere sentito dai magistrati, oggi il presidente della Regione ha reso spontanee dichiarazioni a Catania nell'ambito dell'inchiesta su presunti rapporti tra mafia e appalti

CATANIA. Dopo aver chiesto più volte di essere ascoltato dai magistrati, oggi il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, ha reso spontanee dichiarazioni alla Procura di Catania nell'ambito dell'inchiesta su presunti rapporti tra mafia e appalti, avviata sulle indagini dei carabinieri del Ros. Il governatore è indagato per concorso esterno all'associazione mafiosa, assieme al fratello Angelo, che è parlamentare nazionale del Mpa. Nell'inchiesta sono coinvolti anche due deputati dell'Ars: Fausto Fagone, dell'Udc, e Giovanni Cristaudo, del Pdl-Sicilia.  Lombardo, che si è presentato al Palazzo di giustizia senza i suoi avvocati, è stato sentito dal procuratore Vincenzo D'Agata e dai quattro sostituti titolari dell'inchiesta, Giuseppe Gennaro, Agata Santonocito, Antonino Fanara e Iole Boscarino. "Ho trovato magistrati attenti e disponibili a cui ho riferito tutte le circostanze utili alle verifiche in corso - dice Raffaele Lombardo - Ho fornito elementi precisi e circostanziati a cominciare dalle farneticanti accuse del sig. Avola, che non ho mai conosciuto, affermazioni che mi vedono parte offesa per il reato di calunnia che contesterò a qualsivoglia altro soggetto mi dovesse chiamare in causa impropriamente". Le indagini del Ros, che poi si sono intrecciate con dichiarazioni su politici e amministratori, avevano al centro della loro attività il boss Vincenzo Aiello della cosca Santapaola. E' lui a essere 'intercettato' e militari dell'Arma ascoltanò frasi che ritengono lo possano collegare pesantemente con la politica. Il boss non gradisce ad esempio la nomina nella giunta regionale di due magistrati, Massimo Russo e Caterina Chinnici, bollando la scelta di Lombardo come "una minchiata". Nell'inchiesta si innestano anche le dichiarazioni di almeno due pentiti: Eugenio Sturiale e Maurizio Avola.  "Ai magistrati - prosegue Lombardo - ho fornito elementi specifici che si pongono come una plausibile chiave di lettura della vicenda nella quale sono indebitamente coinvolto e di cui
renderò conto pubblicamente, perché ciascuno possa farsi un proprio autonomo convincimento". Il Governatore afferma di aver avuto modo "di confutare nel merito gli addebiti contenuti in notizie di stampa, in quanto durante la mia azione politica e in tutta la mia vita ho sempre contrastato l'illegalità, e quella mafiosa in particolare e gli interessi ad essa sottesi, come peraltro dimostrano incontrovertibilmente le mie azioni di presidente della Regione Siciliana". "Infine - conclude Lombardo - ho ribadito ai magistrati la mia piena e totale disponibilità, qualora ne ravvisino l'opportunità, a fornire ogni ulteriore elemento utile alla loro azione".

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