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Alfano: "Da oggi a Palermo c'è un boss in meno"

Il ministro della Giustizia commenta con soddisfazione il fermo dei tre mafiosi del clan di Resuttana: "Se si appartiene a Cosa Nostra - dice - si finisce in galera"

PALERMO. "Da oggi a Palermo c'é un capo mandamento in meno". Lo afferma il ministro della Giustizia Angelino Alfano, commentando con soddisfazione il fermo di tre mafiosi del clan di Resuttana, uno dei quali accusato di essere il nuovo reggente e di gestire il racket delle estorsioni. "Ringrazio i magistrati della direzione distrettuale antimafia di Palermo e i Carabinieri del comando provinciale - dice il guardasigilli - per aver assicurato alla giustizia questi soggetti pericolosi e aver scongiurato definitivamente la loro escalation criminale all'ombra di dei boss della mafia siciliana. Fare il mafioso non solo è una
cosa ignominiosa che fa ribrezzo alla coscienza di una persona per bene ma è anche sconveniente, perché prima o poi si finisce in galera", dice ancora Alfano, a Palermo oggi per un incontro con i giovani del PdL. "Sfogliando il catalogo di coloro i quali stanno al 41 bis - ha aggiunto il Guardasigilli - vi rendete conto che ormai tutti i boss non solo sono in carcere, ma al carcere duro". "La mafia tenta sempre di perpetuare se stessa - ha concluso Alfano - e però i segnali che arrivano sono confortanti perché vanno in una duplice direzione: da un lato l'aggressione ai patrimoni mafiosi senza precedenti e tutti sanno che i boss tengono ai soldi più che alla libertà personale, da un altro verso, i tanti arresti"

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