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Modica, custodi svogliati: niente visite alle chiese

La denuncia del vicario della Diocesi di Noto: "I dipendenti delle cooperative si rifiutano di lavorare nei festivi, quando maggiore è l'affluenza"

MODICA. Modica, la città delle cento chiese che ha dato i natali allo scienziato Tommaso Campailla e al Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo e che grazie al suo immenso patrimonio storico e culturale attrae centinaia di migliaia di turisti, deve tenere chiusi i gioielli della sua architettura religiosa per lo scarso impegno dei giovani delle cooperative ai quali è affidata la custodia. Lo denuncia il vicario della Diocesi di Noto (di cui Modica fa parte), Umberto Bonincontro.    
"Siamo sempre stati disponibili - dice il sacerdote - a fare gestire le nostre chiese alle cooperative, per farle visitare ai turisti. Tuttavia da qualche mese sono sorti alcuni problemi con i dipendenti, che si rifiutano di lavorare nei festivi, proprio quando maggiore è l'affluenza dei visitatori. Questi operatori prestano servizio solo per poche ore al giorno, nel corso della settimana. Troppo poco per garantire un servizio come si deve e vigilare sui templi". "In mancanza di garanzie - sottolinea il vicario foraneo - preferiamo chiudere le chiese per evitare furti sacrileghi o atti vandalici".    
"Ma perché le cooperative non prendono provvedimenti - conclude - La medesima situazione si registra anche per l'ufficio turistico che risulta chiuso proprio nei giorni cruciali. Eppure la Regione eroga migliaia di euro per garantire questi servizi".

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