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Champions, l'Inter tra le Fantastiche Quattro

I nerazzurri accedono alla semifinale vincendo anche il ritorno di Mosca contro il Cska grazie ad una punizione di Sneijder

MOSCA. La serena normalità di una semifinale di Champions League. Ne ha fatta di strada l'Inter per arrivare a Mosca e conquistarla come Londra. Dopo sette anni é di nuovo nelle prime quattro d'Europa, ma stavolta con un' autorevolezza sconosciuta ai tempi di Hector Cuper in panchina. Contro il Cska basta una punizione di Wesley Sneijder dopo 6 minuti.  Altro che campo sintetico (chi ha notato la differenza dagli spalti?) e rimonte russe. Ci saranno avversari all'altezza dei nerazzurri sul cammino per la finale di Madrid: troppo modesta  squadra un tempo dell'Armata Rossa per un gruppo che aveva infilzato a casa sua il Chelsea.  José Mourinho ripresenta quasi tutto quell'undici, tranne Stankovic per Motta affaticato, e i suoi uomini vincono la quinta partita consecutiva in Champions. Davvero il tenace complesso di questa coppa sembra essersi sciolto come neve al sole per l'Inter. Nella serata di Mosca brilla subito la luce  del piccolo, immenso olandese, simbolo della rivoluzione nerazzurra in Europa: Sneijder ormai non riescono a fermarlo neppure i compagni sconsiderati come Sulley Muntari in allenamento. Nei primi 20 minuti 'Snipes' - come lo chiamò una volta per scherzo Mourinho al suo arrivo - si prende il campo e intorno a lui gli altri girano. Il gol su punizione è un regalo della barriera russa e del portiere Akinfeev, ma il timbro resterà quello di Sneijder. Il Cska ha le sue chance per segnare, ma quando già l'Inter si è messa a distanza di sicurezza. Necid fuori di poco dal limite, Dzagoev che si spaventa davanti a Julio Cesar e tira sporco, una gran botta di Odiah da lontano deviata dal portiere interista, solo per dire del primo tempo. L'Inter avrebbe invece potuto fare 2-0 con Milito, che per una volta non è spietato e ricamando troppo alla fine spara nelle gambe di Akinfeev. 
Dopo il vantaggio l'Inter si mette buona a guardare cosa sono capaci di fare i russi, che imbastiscono una specie di forcing, spinti dal pubblico (non gli 80 mila previsti) pronto a ruggire ad ogni puntata in avanti dei rossoblù. Leonid Slutsky ottiene poco da Gonzalez e Honda, di più da Dzagoev, molto incostante però. Il giapponese spara un paio di punizioni dalla distanza, a senza trovare lo specchio della porta. Dopo 14' il 'Mourinho russo' mette Odiah a spingere, ma il nigeriano prima gioca benino e poi si fa cacciare all'inizio della ripresa per doppia ammonizione (fallacci su Sneijder ed Etòo). Ci vorrebbero 3 gol per passare e in 10 contro l'Inter è peggio dell'Himalaya.  Il secondo tempo è sonnacchioso, con ancora qualche iniziativa del Cska alla ricerca del gol della bandiera, ma attaccanti degni di questo nome non ce ne sono. Stankovic cerca la sorpresa dalla distanza, Milito si mangia un altro assist-regalo di Sneijder e viene sostituito da Balotelli a un quarto d'ora dalla fine. L'argentino esce un po' stizzito, per una sera l'istinto del killer non si è visto. Super Mario parte subito palla al piede come se volesse spaccare il mondo, ma poi sbaglia il passaggio. Stasera non c'é bisogno del suo talento ribelle. Finisce senza neanche grandi feste dei nerazzurri sull'erba
artificiale del Luzhniki. La consapevolezza dell'Inter è andata crescendo negli ultimi mesi e la semifinale viene sentita come la naturale conseguenza. Qualche centinaio di tifosi, lassù in alto, canta davanti all'impensabile metamorfosi. In tribuna festeggia il figlio di Massimo Moratti, Angelo Mario: il suo primo nome è quello del nonno, l'unico presidente interista a
vincere la Coppa dei Campioni. Il patron è rimasto a Milano per impegni di lavoro. Cose da sbrigare, come questa semifinale archiviata in una tranquilla serata di Mosca.

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