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Sanità, da aprile 118 a rischio in Sicilia

La società - che conta 3.300 dipendenti e che ora rischiano la mobilità - è in fase di liquidazione ed ha un credito con la Regione di circa cento milioni di euro

PALERMO. Dal prossimo primo aprile, la Sicilia rischia di non avere più il servizio del 118, gestito ora dalla Croce Rossa Italiana attraverso la società Sise Spa.  La società - che conta 3.300 dipendenti e che ora rischiano la mobilità - è in fase di liquidazione ed ha un credito con la Regione Sicilia di circa cento milioni di euro. Un'intesa fra la Cri e la Regione Siciliana dello scorso dicembre (Convenzione transitoria) aveva fissato al 31 marzo 2010 il termine per il passaggio del servizio ad una società, la Seus, costituita dall' amministrazione regionale per sostituire nella gestione del servizio la Cri. Ma la Seus non è ancora pronta per il passaggio delle consegne come anche la Cri, però, non è più in grado di continuare a svolgere il servizio perché, sulla base delle intese raggiunte, ha già avviato le procedure di liquidazione.   Per questo motivo oggi, il commissario straordinario della Cri, Francesco Rocca, ha inviato una lettera all'assessore regionale alla sanità Massimo Russo, al prefetto di Palermo Giancarlo Trevisone, ed al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, in cui "per evitare un pregiudizio irreversibile alla prosecuzione del servizio" chiede il rispetto degli impegni assunti o propone alla regione la vendita della Sise ad una cifra simbolica di un euro. In caso contrario - annuncia Rocca - "mi vedrò costretto ad informare tempestivamente tutto il personale della situazione le organizzazioni sindacali e a collocare in tempi rapidi tutto il personale in mobilità". Rocca sollecita anche il pagamento delle cifre dovute: "perdura un ingiustificato inadempimento fonte di pregiudizio e gravi danni per la società chiamata a svolgere il servizio in favore della regione". Fino al 31 dicembre, la Cri ha raggiunto circa 80 milioni di credito, gli altri 20 milioni circa fanno parte gli ultimi tre mesi. Riferendosi sia ai crediti sia agli impegni per la Sues non rispettati, Rocca commenta: "Alla data odierna il quadro generale è oggettivamente sconcertante".  

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