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Palermo, "sgarro virtuale" su Facebook: quattro arresti

I fratelli di due famiglie si sono affrontati dopo la pubblicazione di un post sul social network contenenti dei riferimenti scherzosi ad uno dei ragazzi coinvolti

PALERMO. “Sono tempi moderni”, avrebbe probabilmente detto quel genio di Charlie Chaplin. Lo aveva già fatto nel 1936, quando da buon operaio lavorava sulle macchine, non capendo bene il meccanismo. Settantaquattro anni dopo, tutta la prepotenza della modernità entra nella cronaca. In realtà, non è certo una novità assoluta. Si mischia però con l’onore, il rispetto, l’orgoglio. Tipicamente siculo, forse. L’onore ai tempi di Facebook, dunque. Realtà virtuale che ieri notte, a Palermo, si è trasformato in un ring reale.  Un vero e proprio duello quello che si è consumato la  a Mondello dove i giovani di due famiglie  hanno pensato di lasciare a casa il portatile e affrontarsi in strada con calci, pugni e coltelli, sino ad esplodere colpi con una pistola a salve.  Con Facebook, appunto, sullo sfondo. Uno “sgarro tecnologico”, vero e proprio. Protagonisti Carlo John Somma, 19 anni e un suo fratello minorenne da un lato, e dall'altro i tre fratelli Giuseppe (29 anni), Antonio (24) e Daniele (20) Gebbia, che si sono presentati a casa dei Somma per chiedere conto e ragione di un post pubblicato su Facebook, contenenti alcune foto e riferimenti scherzosi a uno dei Gebbia per il ritiro della patente subito da quest'ultimo perche' in possesso di una modica quantita' di stupefacente. Dalle parole (e dal computer) si è così subito passati ai fatti, con una rissa degna dell’Ok Corral che poco (davvero poco) ha di virtuale, tra calci, pugni, coltelli e spari con una pistola a salve. Solo l'arrivo dei carabinieri in via Capo Gallo ha interrotto la disputa. Gli uomini dell’Arma hanno subito sedato gli animi e sequestrato una pistola giocattolo e un coltello che erano stati impugnati dai Somma durante la rissa. Antonino Gebbia ha dovuto ricorrere al pronto soccorso dell'ospedale di Villa Sofia, da dove i medici lo hanno dimesso con sette giorni di prognosi per lievi traumi: da lì con gli altri tre maggiorenni nel carcere dell'Ucciardone, accusati di rissa aggravata, porto illegale di arma e disturbo alla quiete pubblica. Il minorenne e' stato denunciato a piede libero.

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