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Mafia, confiscati sei milioni a clan palermitano

Colpito il patrimonio dell'imprenditore Giuseppe Gabriele, 65 anni, conosciuto come "zù Pinuzzu". Ritenuto dagli investigatori "organico" a Cosa Nostra, si sarebbe distinto come uno degli "esattori" più attivi della cosca

PALERMO. Beni per un valore di oltre 6 milioni e 500 mila euro sono stati confiscati alla famiglia mafiosa palermitana di Brancaccio.  Il provvedimento, disposto dai giudici della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo ed eseguito dalla Dia, colpisce il patrimonio di un imprenditore edile vicino ai boss di cui non è stato ancora reso noto il nome.  Si tratta di Giuseppe Gabriele, 65 anni, conosciuto come "zù Pinuzzu". Ritenuto dagli investigatori "organico" a Cosa Nostra, si sarebbe distinto come uno degli "esattori" più attivi della cosca.  Arrestato nel 1997 e condannato per associazione mafiosa in concorso ed estorsione, Gabriele da modesto artigiano, con una bottega da barbiere, sarebbe diventato in breve tempo titolare di un piccolo impero commerciale. A lui sono riconducibili le società "A.G. Sollevamenti", la "Nuova Sicilgrù srl" e la C.M. Nautica", il cui cantiere - secondo alcuni pentiti - sarebbe stato utilizzato per traffici illeciti e summit di mafia.  "L'odierno provvedimento, che riguarda nello specifico  la famiglia mafiosa di Brancaccio - si legge in una nota della Dia - va ad incidere pesantemente nelle economie di Cosa Nostra, già falcidiata da numerosi ed eccellenti arresti, preoccupata a perdere consensi in conseguenza della incapacità a sostenere le spese per il  mantenimento dei familiari dei detenuti".

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