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L'autogol di Palazzo Abatellis

Che l’assessore Armao ieri sia andato in bestia leggendo sul Giornale di Sicilia la clamorosa defaillance del museo Abatellis - capace di nascondere ai visitatori i suoi capolavori più ammirati (anzi solo ammirabili, evidentemente) - è già qualcosa. Tanto più che è subito seguito un intervento operativo per colmare questa plateale falla e del quale non esiteremo a verificare oggi e in futuro gli effetti. Ma, nel frattempo, la figuraccia era già stata bell'e fatta. Un museo appena riaperto dopo un lunghissimo restauro, ora più ampio e funzionale, con più opere in mostra (e, d’altro canto, un biglietto d’ingresso rincarato del 30 per cento) non può - non deve - permettersi il lusso di nascondere i suoi pezzi più pregiati. Sarebbe come se il Louvre chiudesse l’ala in cui ospita la Gioconda o il museo egizio del Cairo tenesse serrata la sala di Tutankhamen, sol perché non hanno custodi a sufficienza per garantire le visite. Che razza di motivazione è questa! Ingiustificabile, ridicola, se non addirittura vergognosa. La società alla quale la Regione versa quasi 50 milioni di euro annui, utilizza oltre mille addetti sparsi in tutti i musei della Sicilia. E mille vi sembran pochi? A noi francamente no. Proprio per nulla. Dunque delle due l’una: o questo personale è utilizzato male oppure qualcuno sta barando. In entrambi i casi, le responsabilità vanno subito identificate. Nel frattempo, però, una cosa è certa: il Trionfo della Morte, l’Annunziata e il busto di Eleonora d’Aragona vanno restituiti ai visitatori. Subito e senza indugi. Perchè la Sicilia che riesce a farsi male da sola e le cui politiche di marketing turistico e culturale sono ancora da terzo mondo, si risparmi almeno questo ulteriore, beffardo autogol.

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