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Regionali, per la lista Pdl un altro stop dal Tar del Lazio

Il partito del premier ricorre al Consiglio di Stato e oggi la Corte Costituzionale si pronuncerà sul cosiddetto decreto “salva-liste”

ROMA. Altro stop dal Tar del Lazio alla lista Pdl Roma. È il settimo no, dopo i due dell'Ufficio elettorale, i due della Corte d'Appello, uno del Tar del Lazio e uno del Consiglio di Stato. Ieri i giudici amministrativi si sono espressi sulla richiesta di sospensiva da parte del Pdl sul secondo 'no' della Corte d'appello di Roma all'ammissione della sua lista provinciale per le elezioni regionali di fine marzo.
Il provvedimento negativo fu emesso il 12 marzo scorso, dopo la riproposizione della richiesta di ammissione della lista sulla base dell'approvazione, il 5 marzo, del Dl cosiddetto 'salva-liste'. Contro il nuovo stop del Tar, il Pdl ricorrerà al Consiglio di Stato. I giudici del Tar hanno ribadito: il dl salvaliste non può essere applicato al caso della lista Pdl Roma perché non può insistere "su una materia disciplinata da legge regionale". Inoltre i giudici hanno rilevato che gli unici elementi incontestabili sono la presenza di un delegato entro l'orario previsto per la presentazione della lista e di una scatola". Dunque non di due delegati e dell'intera documentazione.
Per oggi intanto è atteso il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legittimità del Dl Salva-liste. A ricorrere alla Consulta era stata la Regione Lazio che ha chiesto di sospendere il decreto per conflitto di competenza, intervenendo il dl in una materia regolata dalla legge elettorale regionale.
Il collegio giudicante della II sezione bis del Tar del Lazio ieri era in composizione diversa da quella che già si era espressa sulla lista: due dei tre componenti la sezione del Tar sono stati cambiati rispetto ai giudici che già l'8 marzo si sono occupati della vicenda, respingendo la richiesta del partito di riammissione della lista (richiesta poi riproposta ai sensi del Dl 'salva-liste' emanato il 5 marzo). Cambiamento che ha interessato soprattutto il 'giudice relatore': non più Mariangela Caminiti, bensì Francesco Arzillo.
I legali del partito del premier, gli avvocati Luigi Medugno, Ignazio Abrignani (che è anche il responsabile elettorale nazionale Pdl), Filippo ed Enrico Lubrano ed Elisabetta Rampelli, avevano depositato anche alcune fotografie che dimostrerebbero l'esistenza all'interno del tribunale già il 27 febbraio (data di scadenza dei termini per la presentazione, prima della riapertura degli stessi ai sensi del dl) di tutta la documentazione richiesta per la presentazione della lista.  
Documentazione che, per due volte, gli Uffici elettorali del Tribunale e della Corte d'appello, hanno considerato incompleta, decretandone l'esclusione. Le foto in questione sono 'fermi immagine' estratti da un video comparso su 'Youtube'.
E proprio sulla questione dell'esclusione della lista del Pdl di Roma dalla competizione elettorale è intervenuto ieri il sindaco Gianni Alemanno che dal suo blog e dalla sua pagina Facebook ha lanciato un appello a votare per la candidata del centrodestra Renata Polverini e far "convergere" i voti sulla sua lista. "È impensabile - osserva il sindaco nell'appello elettorale- che una lista come il Pdl non partecipi alle elezioni e dopo questo evento dobbiamo moltiplicare la mobilitazione".

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