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Guanto sensorizzato per situazioni estreme

La sua principale applicazione è la riabilitazione dei pazienti, ma può essere utilizzato anche dal personale del soccorso alpino o dagli astronauti sulla stazioni spaziale

ROMA. La sua principale applicazione è la riabilitazione dei pazienti, ma può essere utilizzato anche per controllare movimenti in situazioni estreme come quelle in cui possono trovarsi il personale del soccorso alpino o gli astronauti sulla Stazioni spaziale: è il guanto senso rizzato realizzato dall'Hiteg (Health Involved Technical Engineering Group), del dipartimento di Ingegneria Elettronica dell'università di Roma Tor Vergata.
Rispetto ai guanti tecnologici di vecchia generazione, spesso ingombranti e scomodi da indossare, spiegano i ricercatori, il dispositivo è stato costruito con una tecnologia tale da permettere una sempre maggior precisione nelle prestazioni e un ampliamento dei campi di applicazione. "Una delle novità del guanto è proprio la sua flessibilità - spiega Giovanni Saggio, docente coordinatore del gruppo Hiteg - ed i campi di applicazione sono molteplici: dalla diagnostica alla riabilitazione, dalla valutazione delle disabilità all'ausilio di tipo chirurgico, dalla musica all'interazione con il computer, sebbene il suo campo preferenziale sia quello della biotecnologia".
Il gruppo Hiteg sta collaborando con Umberto Tarantino, del dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell'università Tor Vergata, per applicare la nuova tecnologia direttamente sui pazienti che potranno così ricevere benefici significativi durante il percorso riabilitativo. Il guanto è dotato di vari sensori posti lungo le dita che registrano con precisione i movimenti della mano. Grazie ad un sistema di trasmissione a distanza, i dati registrati vengono trasmessi ad un computer che riproduce tutti i movimenti della mano attraverso un avatar, ossia una rappresentazione virtuale in 3D dell'arto.
Non è di certo l'unico guanto supertecnologico ad essere stato realizzato, ma offre elevate prestazioni a costi di produzione molto competitivi. "I costi di produzione e commercializzazione - ha concluso Saggio - sono nell'ordine delle centinaia di euro e, in fase di commercializzazione, potrebbero addirittura diminuire. Ci auguriamo che l'alto valore tecnologico e il ridotto costo di produzione possano essere la leva per il coinvolgimento di altre aziende e per l'ottenimento di nuove forme di finanziamento del progetto".

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