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Bisognava includere le auto

Il governo torna a occuparsi di sviluppo. La notizia che venerdì prossimo il consiglio dei ministeri esaminerà il nuovo decreto sugli incentivi va accolta con interesse. Vuol dire che a Palazzo Chigi si torna a parlare di cose concrete lasciando perdere i veleni di queste ultime settimane. Il sistema degli incentivi al consumo ha mostrato di essere efficace. Lo ha dimostrato, lo scorso anno il beneficio ottenuto dall'industria dell'auto. Proprio questo successo avrebbe dovuto spingere il governo a rinnovarli vista l'importanza che il settore delle quattro ruote riveste per l'intera economia italiana. La filiera dell'auto è molto lunga e quindi i vantaggi si espandono a macchia d'olio anche su tutte le attività collegate: dalle acciaierie che fabbricano le carrozzerie, all'industria della plastica, l'elettronica, la componentistica, fino alle assicurazioni che, ovviamente, riscuotono premi ben più alti sulle vetture nuove che non su vecchi modelli buoni solo per il rottamatore. Hanno finito, invece, per prevalere stanche ostilità legate al fatto che si trattava dell'ennesimo aiuto di Stato alla Fiat. In realtà questi incentivi vanno a vantaggio del consumatore favorendo gli acquisti a prezzi scontati. Quindi si spalmano sull'intero settore industriale e non su un'azienda in particolare. Ed è proprio questa la chiave del successo. Ne trae beneficio il compratore che ottiene uno sconto, ma anche lo Stato che incassa di più come Iva e come imposta sul reddito perché le imprese, realizzando maggiori utili, pagano più tasse. Senza contare i risparmi che ottiene in termini di minori stanziamenti per cassa integrazione e altre forme di sostegno al welfare.

Il ventaglio dei nuovi incentivi è molto ampio: moto, elettrodomestici, trattori e anche nautica per i diportisti che sostituiscono i vecchi motori. Una spinta che dovrebbe aiutare questi settori a superare più agevolmente la congiuntura negativa. Ma soprattutto il segno che il governo è tornato a far politica. Perché è questa la campagna elettorale che avremmo voluto vedere fin dall'inizio. L'impegno della classe politica nella soluzione di problemi concreti invece delle sterili polemiche sui tempi di presentazione delle liste elettorali. Una grande nazione industriale come l'Italia deve avere una guida forte e determinata. Un anno e mezzo fa gli elettori hanno conferito un mandato molto ampio all'attuale maggioranza. Ora si aspettano che questa cambiale venga onorata fino in fondo.

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