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Speciale formula uno 2010: tutti i piloti e le scuderie

Scatta in Bahrein il circus iridato. Tante le novità, a partire dall'arrivo di Fernando Alonso in Ferrari e il ritorno del grandissimo Schumacher

Sakhir. Il debutto di Alonso in Ferrari, il ritorno di Massa dopo il terribile schianto in Ungheria, Schumacher in griglia dopo quattro anni dall’ultima volta con una tuta Mercedes, Button ed Hamilton insieme nella stessa scuderia, un Senna che fa di nuovo capolino tra i bolidi a quattro ruote. Questi sono i principali motivi di interesse del campionato del mondo di Formula uno che prende il via domani da Sakhir in Bahrain, circuito certamente non storico ma che nella sua (ancora breve) vita ha saputo farsi apprezzare semplicemente perché è uno dei pochi tracciati dove la parola “sorpasso” non è bandita dal vocabolario. Massa è un vero e proprio specialista da queste parti, visto che il brasiliano ha vinto due volte (2007 e 2008), ma anche Alonso non scherza ( trionfi nel 2005 e nel 2006). Dunque,  una cosa almeno è sicura: i due del Cavallino Rampante daranno del filo da torcere a tutti.  L’inverno è passato tra sorprese e conferme, ma come sappiamo ciò che si vede durante la stagione fredda non è sempre (anzi, quasi mai) indicativa al 100%.
I favoriti al titolo. Come in Bahrain, nessuno può togliere dalla lista per i pretendenti al trono iridato lo spagnolo e il brasiliano. Il neoferrarista campione del mondo lo è già stato per due volte (2005 e 2006), e nei successivi tre anni tra problemi di scuderia (Mclaren) e tecnici (Renault) non gli è stato possibile ripetersi. Ma se tutto và come deve andare (leggasi: macchina competitiva) difficilmente qualcuno può impedirgli di salire sul gradino più alto del podio, per una semplicissima ragione: ad oggi, è il pilota più completo in assoluto. Massa, che ha ben retto il confronto con Raikkonen, ha un compito stavolta più duro, perché Alonso non è di certo un ghiacciolo come il finlandese e alla lunga il suo carattere potrebbe venir fuori come quello di un leader assoluto. E complessivamente, in pista, il brasiliano sembra un gradino sotto come prestazioni assolute. Lewis Hamilton è l’unico che a livello di velocità pura è paragonabile ad Alonso, e se la McLaren lo supporta, l’avversario più pericoloso per lo spagnolo è senza dubbio lui. L’inglese ha tuttavia delle amnesie che a volte lo portano a strafare, e quindi a sbagliare. Vediamo se sarà cresciuto, anche perché è ancora un giovanissimo. Button, campione del mondo in carica, lo scorso anno è stato un miracolato: senza il caos diffusori, non avrebbe mai vinto il titolo. Sta a lui dimostrare che il 2009 non è stato un bluff, ma tra i favoriti è quello che rimane più debole. Sebastien Vettel è il pilota del futuro e una terribile gatta da pelare per chiunque: se la Red Bull risolve i problemi di affidabilità palesati quest’inverno, tra i papabili c’è sicuramente anche lui, perché il tedeschino in pista non ha davvero paura di nessuno.
Capitolo Schumacher.  Tra i nomi caldi non si può certamente escludere lui, Kaiser Schumi, sette volte campione del mondo. L’ex ferrarista torna alle gare dopo l’addio del 2006 per ricominciare a fare quello che ha sempre fatto: vincere. Obiettivo non facile: nei test la Mercedes, nata dalle ceneri della scuderia campione del mondo, la Brawn, non è sembrata velocissima. Lo stesso Schumacher ha detto che c’è molto da lavorare, salvo poi auto smentirsi e dire che si può vincere da subito, ma sono sembrate dichiarazioni di facciata. Il tedesco è ancora uno dei piloti migliori nonostante i 41 anni, ma non il migliore in assoluto. Troppa ruggine addosso e l’età che inevitabilmente si fa sentire. Senza dubbio darà la paga ancora a molti suoi colleghi giovani, ma non c’è più la differenza abissale che c’era con la concorrenza nella prima decade del millennio. Dopotutto, Alonso lo ha già battuto quando era ancora in piena efficienza, dunque perché le cose dovrebbero essere diverse ad anni di distanza? Ovviamente, se Ross Brawn dovesse inventarsi qualche diavoleria tecnica stile 2009, le cose cambierebbero. Perché uno come Schumacher, comunque, fa sempre molta paura quando lo si vede negli specchietti retrovisori, e con a disposizione la macchina migliore non sarebbe facile per nessuno stargli davanti. Ipotesi però che, ad oggi, non è reale. Schumi dunque resta come uno dei favoriti, ma non il favorito in assoluto.
Outisders. Dopo l’ottimo 2009, dove ha ottenuto le prime vittorie della sua (ormai lunga) carriera, Mark Webber punta ad essere uno dei protagonisti anche nel 2010. Per lunghi tratti lo scorso anno ha rivaleggiato alla pari con il fenomeno Vettel, suo compagno di squadra, confermandosi pilota di sicuro valore anche se forse non di prima grandezza. In qualche gara ci sarà anche lui a giocarsi la vittoria, ma il mondiale è tutta un’altra cosa. Curiosità anche per Nico Rosberg, pilota giovane e di sicuro talento che per la prima volta avrà a disposizione una macchina veramente competitiva dopo i suoi anni trascorsi alla Williams, molto lontana dai fasti passati. Più per stima e simpatia tra i ruoli di guastatori mettiamo anche Robert Kubica, polacco davvero forte e veloce, che tuttavia si ritrova tra le mani una Renault che ormai della scuderia campione del mondo ha solo il nome, non certo la competitività dei lustri ormai andati.
Possibili rivelazioni.  Due sono i giovani da cui ci si aspetta davvero grandi cose: Nico Hulkenberg e Kamui Kobayashi. Il primo è un debuttante assoluto: Frank Williams e Patrick Head, che di grandissimi manici ne hanno visto a decine, giurano sulla bontà del talentino tedesco e lo hanno messo subito sotto contratto. Chi lo ha visto correre dice che sia davvero un fenomeno, il vero erede di Schumacher (e i tedeschi hanno già Vettel). Staremo e vedere. Kamui Kobayashi ha invece già dimostrato di che pasta è fatto nelle ultime gare dello scorso anno con la Toyota: di veloce è veloce, sufficientemente pazzo ma non un kamikaze assoluto come gli altri giapponesi, che finalmente sognano di avere un pilota davvero valido dopo tanti bluff come Sato, Nakajima (padre e figlio), Takagi e compagnia bella. Con la sua Sauber (rinata dai resti della Bmw) potrebbe essere una bella sorpresa. Vedremo anche come si comporterà nonno Rubens Barrichello, che dopo i miracoli della scorsa stagione (più della macchina che suoi) tornerà probabilmente alla dimensione solita di un quasi pensionato con tante tante gare alle spalle (nessuno come lui nella storia).
Capitolo Lotus. Un vero piacere rivedere in griglia questo marchio affascinante e storico, vincitrice di ben sette titoli mondiali marche, guidata in passato da mostri sacri come Jim Clark, Mario Andretti, Ronnie Peterson e Ayrton Senna, che donò l’ultima vittoria alla scuderia che fu fondata dal geniale Colin Chapman nel 1987 nel gp degli Stati Uniti. Dopo l’abbandono nel 1994, la Lotus torna con una buona coppia di piloti (Trulli e Kovalainen) , ma il passato resta lontano davvero anni luce. L’abruzzese in conferenza stampa è stato chiaro: “Quest’anno ci andrà bene se staremo tra i primi 15”. Per la serie: sogni di gloria banditi. A tutti gli appassionati non resta dunque che ricordare la Lotus com’era veramente, ovvero nera con lo sponsor Johnny Walker, vincente e veloce. Magari con un casco giallo - verde all’interno.
I debuttanti. Oltre al già citato Hulkenberg, altri quattro sono i deb del 2010. Di uno di loro, Bruno Senna, ne parleremo a parte (per ovvie ragioni…). Rimangono dunque il russo (primo nella storia della formula uno) Vitaly Petrov, 26 anni, che affiancherà Robert Kubica sulla Renault, l’indiano Karun Chandhok, che guiderà la Hispania Racing (incognita assoluta pure lei) e Lucas Di Grassi, brasiliano della Virgin Racing. I risultati di tutti e tre dipenderanno non solo da loro ma dalle competitività delle loro scuderie. E le prospettive non sono buone, specie per Di Grassi e Chandhock…
Capitolo Senna. Dello zio Ayrton il caro Bruno sembra avere solo il pesante, pesantissimo cognome. Non è un cattivo pilota, il figlio di Viviane, sorella dell’indimenticato fuoriclasse brasiliano, ma non ha sicuramente il talento del suo più illustre parente. Nemmeno lontanamente. D'altro non è colpa sua se in famiglia ha avuto come esempio il più grande pilota della storia (insieme a Schumacher). Nelle categorie inferiori Bruno si è arrabattato senza infamia e senza lode, ottenendo qualche buon risultato in GP2 ma nulla più. Niente a che vedere insomma con lo zio Ayrton, che già da giovanissimo trionfava nettamente in ogni dove. Dunque non aspettiamoci miracoli da questo giovane debuttante. Ma vedere il cognome in griglia sarà comunque una grandissima emozione. E poi fisicamente ( da sottolineare il fisicamente…) zio e nipote si somigliano davvero molto. Vedremo in pista, specie sotto la pioggia….
Gli altri. Force India (piloti Sutil e Vitantonio Liuzzi)  e Toro Rosso (il buon Buemi, pilota che si meriterebbe altro, e lo spagnolo Alguersari) sembrano non essere per una volta le più lente del gruppo. Lotus, Virgin e Hispania sembrano nettamente inferiori. Queste scuderie abbasseranno notevolmente l’asticella: se fino allo scorso anno tra i primi e gli ultimi c’erano al massimo 2 secondi, ora si parla di almeno 5. E la differenza è davvero notevole.
Regolamenti e punteggio.L’altra grande novità è invece rappresentata dal nuovo sistema di assegnazione dei punti in gara: 25 punti per il vincitore, 18 al secondo e 15 al terzo, poi 12 al quarto, 10 al quinto, 8 al sesto, 6 al settimo, 4 all’ottavo, 2 al nono ed 1 al decimo classificato.

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