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Azzurro Miccoli

C’è un torneo nel torneo che m’appassiona più della lotta per lo scudetto, assai «interizzata» dopo aver visto all’opera, sabato sera, Roma e Milan che hanno convocato all’Olimpico settantamila spettatori innamorati del pallone e li hanno rimandati a casa con lo zeroazero nel sacco, delusi, forse amareggiati, certo pentiti di aver speso un'altra dose di inguaribile ottimismo. Come si dice, un'occasione mancata, un prezioso spot buttato. Dov'erano i mitici signori del markenting? Sarei sceso in campo per ricordare - a tutti, mister compresi - quanto guadagnano e quali impegni han preso con i tifosi se non altro tentando di render più difficile alla vita di un’Inter che ormai - come l’Italia autarchica - fa da sè, il bene e il male, attendendo emozionata il Chelsea di ritorno. Mi piace il torneo della Champions, che immagino aperto dal secondo al quarto posto per squadre che non sono solo il Milan e la Roma (l'ho vista affaticata e slegata rispetto alle sue ultime esibizioni) ma la Juventus, il Palermo, la Sampdoria e il Napoli, per nulla affondato - questo - da un Bologna risorgimentale più figlio di uno Sparviero che di un Colomba. Battutacce a parte, la noia provocata in tanti (non negli interisti, naturalmente) dall'onnipotente Beneamata del Pocoamato Mourinho si può felicemente combattere con le signore di cui sopra che da mesi lottano fra il terzo e il settimo posto alternando successi clamorosi a clamorose cadute. La Juve guida la fila - anche se l'ottimo Palermo è un po’ più su - e questo già nobilita il Torneo di Resistenza: Zaccheroni le ha già dato una fisonomia attendibile, lavorando soprattutto al recupero di Diego e al consolidamento della difesa (il centrocampo c’è già, e egregio) con l’esperienza e la competenza che mancavano al suo predecessore. Il Palermo recita il ruolo di star (non ancora super) avendo trovato in Rossi un ottimo regista e in Miccoli un protagonista di primissimo piano, roba da Oscar: sarà una noia - ma non l’inizio di un tormentone - qualificarlo degno della Nazionale, ma dopo aver visto l’Italia contro il Camerun chi, al momento di partire per il Sudafrica, non aggregherebbe al Berliner Ensemble un solista di tanto pregio, un piededoro che fa punti con sovrana leggiadria dopo aver corso per lunghi minuti senza risparmio d’energie? La Sampdoria è la più saliscendi della compagnia, ma Del Neri (ieri praticamente confermato da una società che due mesi fa l’aveva praticamente scaricato) avendo rinunciato per ragione o per forza a Cassano, ha dato una struttura solida alla squadra fino a concedersi il lusso di recuperare il Fantantonio finito in convento a curarsi le ferite del corpo e dello spirito. Il Napoli è caduto per la prima volta con piena colpa, se colpa può dirsi giocare senza avere in forza Lavezzi, Quagliarella e Hamsik, forse ingiustamente e ingenuamente proiettati verso un Mondiale che oggi non li merita: e tuttavia Mazzarri è pronto a ricominciare la cura ricostituente che gli ha permesso di resuscitare la catalettica squadra ereditata da Donadoni. Ripeto: la primavera calcistica promette una fioritura di sorprese sicchè non mi soffermo sulle partite che verranno, sul lungo percorso che ancora resta da coprire, perchè a rendere vivaci le prossime sfide non saranno solo le grandi vere o presunte (il Napoli, ad esempio, dovrà vedersela con Fiorentina, Juve e Milan) ma anche le quattro/cinque squadre (Fiorentina compresa) collocate ai margini della Zona Paura.

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