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Mafia: respinto ricorso, Aiello resta in carcere

Il tribunale non ha accettato le tesi della difesa. L'imprenditore della sanità privata è stato arrestato, il 23 gennaio scorso, su disposizione della Corte d'appello, dopo essere stato condannato a 15 anni e sei mesi

Palermo. Resta in carcere Michele Aiello, l'imprenditore della sanità privata arrestato, il 23 gennaio scorso, su disposizione della Corte d'appello, dopo essere stato condannato a 15 anni e sei mesi. Il Tribunale della libertà ha respinto il ricorso presentato dalla difesa. Il collegio presieduto da Giancarlo Trizzino si è riservato di depositare le motivazioni della decisione nei prossimi giorni. Secondo il difensore, l'avvocato Sergio Monaco, non sussisteva il pericolo di fuga dell'imputato che ha assistito a tutte le udienze del dibattimento. In ogni caso ad Aiello avrebbero dovuto concedere gli arresti domiciliari dove era detenuto per motivi di salute prima che venisse condannato. Il processo era quello sulle cosiddette talpe alla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Aiello, ex manager della clinica Villa Santa Teresa di Bagheria, era accusato di associazione mafiosa, concorso continuato nell'introduzione abusiva in sistemi informatici, concorso nella rivelazione di notizie coperte da segreto istruttorio, corruzione continuata, concorso in truffa aggravata e continuata.  E' lo stesso dibattimento in cui sono stati inflitti in appello 7 anni per favoreggiamento alla mafia all'ex governatore Totò Cuffaro. Il legale di Aiello ha anche presentato un'istanza di liberazione, per motivi di salute, nei confronti del suo assistito, ai giudici della Corte di Appello. L'imputato è affetto da una grave forma di favismo che, a dire dei consulenti della difesa, ne renderebbe impossibile la permanenza in carcere. Su questa istanza la corte non si è ancora pronunciata.

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