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Vancouver si chiude con Razzoli portabandiera

Lo sciatore, che ha vinto l'oro nello slalom speciale, ha risollevato il magro bottino italiano nella rassegna canadese

Vancouver. Per la cerimonia di chiusura dei Giochi di Vancouver è stato Giuliano Razzoli ad avere l'onore di portare la bandiera italiana. Gliela aveva idealmente consegnata lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che si era personalmente complimentato con lui al telefono dopo la vittoria nello slalom speciale.
L'Italia torna a casa nel segno di Razzoli, capace all'ultimo di risollevare un ambiente altrimenti depresso. Il bottino olimpico azzurro a Vancouver 2010 è stato 1 oro, 1 argento e 3 bronzi. Cinque medaglie in tutto e tanti quarti posti. Troppo poco dopo i fasti di Torino 2006. A Vancouver si è chiuso un ciclo azzurro soprattutto nel fondo, sia maschile che femminile. Per Sochi se ne deve aprire un altro.
Alla fine, però, l'oro di Razzoli, applaudito con gioia dagli stessi canadesi, ha riportato fiducia e ottimismo. L'Italia, nell'affidare a lui, la bandiera gli ha voluto esprimere un 'grazie' olimpico che vale tutta la spedizione.
Quanto alla cerimonia di chiusura, il Canada ha affidato la festa ai suoi simboli (le giubbe rosse, l'hockey, le alci, i castori, le foglie d'acero rosso), giocando sulle chiavi dell'ironia e della gioia olimpica. I canadesi hanno salutato le loro Olimpadi con alcuni dei loro volti più conosciuti nel mondo: quelli del cantante Michael Bublé, dell'attore William Shatner (il capitano Kirk di 'Star Trek), ma soprattutto quello di Michael J. Fox, l'attore protagonista di 'Ritorno al futuro'.
Fox, (nato a Edmonton, British Columbia), a 49 anni è affetto da un'acuta forma del morbo di Parkinson. Ha però trovato la forza per parlare alla cerimonia di chiusura, di prendersi in giro e - alla fine - dirsi "orgoglioso del Canada". Standing ovation per lui da parte di tutto lo stadio.
Il presidente del Cio, Jacques Rogge, nel consegnare alla russa Sochi la fiaccola olimpica, ha salutato come "eccellenti, giusti e nel segno dell'amicizia" i Giochi di Vancouver. Nello stesso tempo nel suo discorso conclusivo ha ricordato lo slittinista georgiano morto prima dell'inaugurazione: "Abbiamo condiviso il dolore di un sogno olimpico spezzato - ha detto -. La memoria di Nodar Kumaritashvili sarà sempre con noi".

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