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Parà siciliana morta a Ravenna, domani l'autopsia

La trapanese Giovanna Melania la Mantia è morta dopo un lancio col paracadute. Nessun indagato

Ravenna. E' stata disposta per domani mattina l'autopsia su Giovanna Melania La Mantia, la caporale di 22 anni, originaria di Trapani, il cui corpo è stato ritrovato verso le 14,15 di ieri a 12 metri di profondità nel laghetto della cava di ghiaia e sabbia Ca Biancà, a poche centinaia di metri dall'aeroporto La Spreta, alle porte di Ravenna, sul quale la giovane si era lanciata con il paracadute verso le 16.30 di sabato scorso.
Al momento sul registro degli indagati non figura nessun nome, ma non è escluso che nelle prossime ore la Procura di Ravenna possa avvisare come atto dovuto con l'ipotesi di omicidio colposo alcuni di coloro che hanno gestito il lancio. La giovane, in servizio al 46mo reggimento Trasmissioni dell'Esercito a Palermo, si era buttata assieme a cinque persone in quello che era il suo primo lancio milite-assistito che come tale le avrebbe consentito di conseguire il brevetto.
Di lei si era persa ogni traccia in fase di atterraggio, nonostante, come mostrato da un video girato da terra e già acquisto dal Pm Monica Gargiulo titolare del fascicolo, il paracadute si fosse regolarmente aperto.
Forse la giovane era stata spinta lontano dal campo di atterraggio, uno dei più grandi d'Italia, da un'improvvisa raffica di vento. Le ricerche, in un primo momento estese alle campagne attorno al piccolo aeroporto fino a ridosso delle frazioni di Madonna dell'Albero e Fosso Ghiaia, si erano poi circoscritte attorno al laghetto nel quale, anche grazie a un manichino appositamente calato in acqua, è stato ritrovato il cadavere della ragazza ancora imbracato al paracadute.

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