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La Chiesa e quei tre pastori illuminati

La visita del 17 gennaio di Sua Santità, Benedetto XVI, alla Sinagoga di Roma, la terza di un pontefice di Santa Romana Chiesa, segue quelle effettuate ai templi del culto ebraico di Colonia e di New York. Una diaspora, quella della Capitale, la più antica del mondo occidentale, che nei secoli ha subito persecuzioni di ogni sorta, l'isolamento, la ghettizzazione e la deportazione nei campi di concentramento di Auschwitz e di Birkenau del 16 ottobre del 1943, ad opera delle SS di Kappler. Dei 1.021 ebrei romani lì internati, in condizioni disumane, moltissimi vi trovarono una orribile morte. Lo stesso Kappler che, il 24 marzo del'44, a seguito dell'attentato dei G.A.P. (Gruppi Armati Partigiani) a un reparto tedesco, in Roma in via Rasella, si rese responsabile della criminale rappresaglia alle Fosse Ardeatine, dove furono trucidati 335 italiani innocenti, tra i quali molti di religione ebraica. Comunità che venne colpita, ancora una volta, il 9 ottobre del 1982, quando rimase ucciso un bambino, di soli due anni, Stefano Gaj Tachè, durante un attentato terroristico alla Sinagoga. Sono date ed episodi, questi, assai dolorosi ma significativi, che dimostrano la sofferenza dei romani di religione ebraica a causa della loro fede e razza. La visita del Papa Ratzinger, come quelle compiute da Giovanni XXIII e da Giovanni Paolo II, ha voluto essere un gesto di apertura, di comprensione, di rispetto e forse di riparazione per gli errori del passato, per testimoniare la vicinanza della Chiesa ai martiri della Shoah. Tre pontefici che hanno voluto fortemente il dialogo interreligioso; tre padri della Chiesa, di grande levatura dottrinale e carisma, dotati di una forte carica umana, capaci di penetrare profondamente nelle coscienze delle masse, destinati a lasciare una traccia indelebile nella storia della Chiesa. Il primo, Giovanni XXIII, venne eletto il 28 ottobre del 1958, dopo la morte di Papa Pacelli e, fin dall'inizio, volle rompere le rigide regole del cerimoniale e la ritrosia della curia romana alle novità, elevando il numero dei cardinali a 78, che era fermo a 70 dai tempi di Papa Sisto V. La visita pastorale ai bambini malati ricoverati nell'ospedale del Bambino Gesù fu la prima uscita di un pontefice dal Vaticano seguita da quella al carcere romano di Regina Coeli che fece ancora più scalpore. Un gesto di solidarietà umana, senza precedenti, che lo pose all'attenzione del mondo intero come il Papa buono del coraggio, capace di portare speranza e carità a chi soffriva. Le sorprese non finirono lì perché, alla fine del settembre del 1962, vincendo ancora una volta le resistenze dell'ala più conservatrice della Curia preoccupata per le conseguenze causate dal tormentato Concilio Vaticano I, di novanta anni prima, dette inizio al Concilio Vaticano II. La sera dell'inaugurazione, nell'affollatissima Piazza San Pietro, pronunciò, a braccio, il famoso Discorso della luna, sicuramente il più toccante e amato del suo Pontificato. Prima di spegnersi promulgò, il 3 giugno del ’63, una delle più importanti encicliche della Chiesa, Pacem in Terris (Sulla pace tra tutte le genti nella verità, giustizia, nell'amore, nella libertà). Un Papa ancora oggi ricordato e venerato, che seppe essere un padre moderno, di pace e d'innovazione.Dopo il breve pontificato di Papa Luciani, il 16 ottobre del ’78, Karol Jozef Wojtyla venne eletto Papa assumendo il nome di Giovanni Paolo II in onore del suo predecessore, scomparso prematuramente. Grande fu la sorpresa nel mondo cattolico perché era il primo Papa polacco e, dopo 455 anni, il primo pontefice straniero dai tempi del papa olandese Adriano VI. Fin dall'inizio, fu chiara la sua netta avversione al comunismo che opprimeva i paesi dell'Europa orientale e la sua amata Polonia. Per anni, come sacerdote e come vescovo di Cracovia, aveva dovuto costatare, in prima persona, le persecuzione del regime al cattolicesimo polacco. Stessa avversione seppe esprimere, senza riserve, alla criminalità organizzata, in particolare durante la visita alla Valle dei Templi ad Agrigento, con un durissimo discorso contro la mafia che opprimeva - e opprime - la onesta gente siciliana.  Non vi è dubbio che la sua politica pastorale fu determinante nel contribuire alla caduta del muro di Berlino e al crollo del cosiddetto socialismo reale in Europa orientale. Tale posizione, politicamente assai scomoda per la nomenclatura comunista, potrebbe aver armato, secondo alcune ipotesi non confermate, la mano dell'attentatore turco Agca, che il 13 maggio del 1981, in Piazza San Pietro, riuscì a colpirlo con due colpi di pistola, a distanza ravvicinata. L'attentato suscitò enorme impressione nel mondo intero che seguì con grande commozione l'evolversi delle sue condizioni di salute. Nel lungo pontificato, Papa Wojtyla effettuò più 100 viaggi visitando diverse nazioni, ricevendo tantissime manifestazioni di affetto e stima per l'umanità e capacità dimostrata di penetrare nei cuori, specialmente dei giovani che volle vicino alla Chiesa nelle «Giornate mondiali della gioventù». Volle inoltre improntare il pontificato all'ecumenismo e alla linea tradizionale della Chiesa, osteggiando l'aborto e il sacerdozio femminile e ribadendo per i prelati il celibato. Il suo pontificato, il terzo più lungo della storia della Chiesa, superò quello di Leone XIII; dopo quelli di Pio IX e di San Pietro. Con lo Stato italiano mantenne ottimi rapporti che, nel 1986, consentirono la revisione del Concordato. Morì il 2 aprile del 2005 e il mondo pianse uno dei più grandi pontefici della storia. Gli successe, il 18 aprile successivo, Joseph Alois Ratzinger che volle assumere il nome di Benedetto XVI, in onore di San Benedetto da Norcia e di Benedetto XV, tenace avversario della guerra durante il primo conflitto mondiale, che bollò come la «inutile strage». Settimo pontefice tedesco, dopo Stefano I, eletto nel 1057, famoso e fine teologo, molto vicino a Paolo VI e a Papa Wojtyla, è autore di pregevoli opere di teologia. Prima di venire eletto alla cattedra di Pietro, Ratzinger venne nominato, il 25 novembre del 1981, prefetto della congregazione per la dottrina della fede, organo preposto al controllo della correttezza della dottrina cattolica. Apprezzato professore universitario, insegnò molti anni nelle Università di Bonn, Munster e Tubinga e, come teologo, partecipò attivamente al Concilio Vaticano II, mettendosi in luce per i suoi puntuali interventi. Papa Giovanni Paolo II lo nominò cardinale e lo volle vicino nelle scelte pastorali più importanti. Un inizio di pontificato difficile per Papa Ratzinger, a causa di una malintesa interpretazione nel mondo mussulmano di una sua citazione in un discorso pronunciato, il 12 settembre del 2006, nell'Aula Magna dell'Università di Regensburg, e per le polemiche sorte per l'atteggiamento, ritenuto troppo tiepido, che Pio XII avrebbe assunto, durante il secondo conflitto mondiale, nei confronti dei tedeschi. Tre pontefici, in conclusione, che hanno cercato, con convinzione, il dialogo con le altre religioni, rimediando ad alcuni errori del passato per superare le divisioni, nel reciproco rispetto delle differenze. Tre Pastori che hanno saputo indicare all'umanità il lungo e difficile cammino per giungere alla verità e alla vera pace.

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