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Strage di via D’Amelio, Scarantino ritratta ancora

L'ex picciotto ha raccontato ai magistrati di Caltanissetta, che sull'eccidio hanno aperto una nuova inchiesta, che non fu lui a rubare la 126 usata per l'esplosione

Palermo. Cambia versione per la terza volta Vincenzo Scarantino, il primo pentito che fece rivelazioni sulla strage in cui venne ucciso il giudice Paolo Borsellino. L'ex picciotto del quartiere Guadagna di Palermo, ha raccontato ai magistrati di Caltanissetta, che sull'eccidio hanno aperto una nuova inchiesta, che non fu lui a rubare la 126 usata per l'esplosione. Una nuova verità che, come pubblicato dal Giornale di Sicilia, conferma le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza.
A luglio del 2008, dopo 11 anni di carcere, Spatuzza, ex braccio destro dei boss di Brancaccio Giuseppe e Filippo Graviano, rivelò ai pm di essere l'autore del furto della macchina, poi imbottita di tritolo e fatta esplodere. La sua versione è già stata confermata da Salvatore Candura, uno dei pentiti che ricostruì la fase esecutiva della strage. Ora arriva anche la ricostruzione di Scarantino che sul punto ha, nel tempo, fornito ben tre differenti racconti.
Tasselli nuovi che preparano la strada verso un'istanza di revisione di due dei processi celebrati per l'eccidio di via D'Amelio costati l'ergastolo, il primo, a Salvatore Profeta, e il secondo a Gaetano Scotto, Gaetano Murana, Giuseppe La Mattina, Franco Urso, Cosimo Vernengo e Natale Gambino, tutti condannati grazie alle dichiarazioni di Scarantino. E la revisione potrebbe essere chiesta anche per il dibattimento a carico di due presunti mandanti Carlo Greco e Pietro Aglieri.
"Aspettiamo che depositino i verbali con le dichiarazioni di Spatuzza - ha spiegato il legale di Aglieri, Rosalba Di Gregorio - per presentare l’istanza".
Le dichiarazioni del pentito potrebbero essere depositate in due procedimenti, ancora in fase di indagine: quello per calunnia a carico di Scarantino, Candura e di tre funzionari di polizia che condussero le prime indagini e quello su nuovi presunti esecutori aperto proprio grazie alle rivelazioni del collaboratore.

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