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Più energia eolica seguendo l'esempio dei pesci

Lo sostiene uno studio del California Institute of Technology: "Basta disporre le turbine nel modo in cui nuotano i banchi"

California. La scienza cresce anche imitando la natura: se si vogliono ottenere centrali eoliche efficienti bisogna guardare negli acquari. Lo afferma uno studio del California Institute of Technology, secondo cui disponendo le turbine nel modo in cui nuotano i banchi di pesci si può guadagnare energia occupando molto meno spazio. Questo è solo uno degli esempi di 'ispirazione' che la natura ha dato all'uomo: la 'biomimicry' ha dato vita a un vero e proporio studio di design, che cura oltre a pubblicazioni e video anche il sito 'Asknature.com' ('chiedi alla naturà) che raccoglie gli esempi principali. Le 'fattorie del vento' tradizionalmente usano turbine con l'asse orizzontale. Questa tecnologia però ha un limite, perché l'aria che passa attraverso la turbina viene rallentata, e quindi la distanza fra l'una e l'altra dev'essere almeno 10 volte il diametro. I ricercatori californiani, che hanno già brevettato le scoperte dello studio, hanno effettuato una simulazione utilizzando turbine ad asse verticale, che producono turbolenze simili a quelle delle code dei pesci. Queste sono state disposte in maniera che due turbine vicine girassero nel verso opposto, proprio come i banchi di pesci in cui due vicini girano la coda uno a destra e l'altro a sinistra. Il risultato é stato che è possibile disporre sedici turbine nello spazio che occuperebbero 4 impianti tradizionali, con un guadagno di almeno il 4% nell'efficienza di ogni turbina.

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