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Palermo, fu ucciso a bastonate: Fidanzati si dichiara innocente

Davanti al Gup il boss ha fornito la sua versione sull'omicidio di Giovanni Bucaro, avvenuto il 21 ottobre 2008 da un commando di cinque persone in via Don Orione

Palermo. Davanti al gup di Palermo Lorenzo Jannelli, il boss Tanino Fidanzati, arrestato nei mesi scorsi a  Milano, ha fornito la sua versione sull'omicidio di Giovanni Bucaro, ucciso a colpi di spranga il 21 ottobre del 2008 da un commando di cinque persone in via Don Orione, nel rione Monte Pellegrino a Palermo. Per il delitto Fidanzati è imputato assieme a Francesco e Giuseppe Tarantino, Marco Lipari, Luigi Costa e Massimiliano Panci. L'anziano capomafia palermitano è stato ripreso, insieme ai killer, dalle telecamere esterne piazzate dal proprietario dell'edicola che si trova nella strada dove è avvenuto il delitto; secondo la Procura il boss sarebbe stato il mandante dell'omicidio.  Per i pm, il gruppo avrebbe organizzato una spedizione punitiva per vendicare la figlia di Fidanzati, compagna di
Bucaro, che qualche giorno prima sarebbe stata picchiata dallo stesso pregiudicato durante una lite. Secondo Fidanzati le cose però non starebbero così. Il boss ha raccontato che la mattina del delitto qualcuno aveva citofonato nella sua abitazione, avvertendolo che la figlia aveva problemi con Bucaro.  Secondo la sua versione, si recò sul posto in auto con il
nipote, ma restò lì solo pochi minuti, dopo avere visto che Giovanni Bucaro e Marco Lipari stavano litigando. Poi, si sarebbe allontanato a piedi. Fidanzati ha detto di conoscere Bucaro ma di non averlo mai frequentato perché si diceva che fosse un "confidente" della questura e dei carabinieri. Il boss ha anche smentito la relazione la figlia e Bucaro, accusato di gestire un grosso traffico di cocaina in città. Il processo, che si svolge con il rito abbreviato, è stato
rinviato al 26 febbraio, quando dovrebbe iniziare la requisitoria del pm Roberta Buzzolani.

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