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Cresce l'onda verde

La parola d'ordine di Ahmadinejad è "Daste Deraz", colpire per primi. Con questa "direttiva" è stata affrontata la grande manifestazione di Teheran per il 31° anniversario della liberazione dal regime dello Shah. È stata senza precedenti la mobilitazione delle forze di polizia,dell'esercito, dei pasdaran ,che hanno utilizzato largamente i basji,quel corpo di volontari armato di bastoni,coltelli e pistole,addestrato a colpire i dissidenti e a reprimere gli oppositori durante le manifestazioni. Sono i responsabili dell'uccisione di almeno tre giovani manifestanti, di centinaia di feriti e dell'assedio ai leader Karrubi e Khatami. E sono sempre gli stessi che hanno promosso gli assalti qualche giorno fa all'ambasciata italiana e di altri paesi (Germania, Francia, Olanda). La manifestazione di ieri, nonostante i numerosi arresti e i pestaggi degli oppositori del regime islamico, è servita a Moussavi e Karubi a dimostrare che l'Onda verde è tutt'altro che morta: diverse migliaia di giovani hanno sfidato infatti le squadre basji e la morte (dodici manifestanti del giugno scorso sono stati già condannati all'impiccagione). Le manifestazioni di ieri (a Teheran e in altre città) hanno confermato che, nonostante l'oscuramento dei siti web che fanno capo ai riformisti,la forza degli studenti e di tutti coloro che contestano il regime, cresce ancora di più. Forse è questa la vera strada che l'Occidente dovrebbe percorrere con maggiore decisione del passato,quella cioè di un sostegno reale a tutte le forze di opposizione.

Appare però non più rinviabile la questione dell'adozione di sanzioni più dure per isolare maggiormente il regime di Khamenei e Ahmadnejad. È necessario, cioè, uscire dal letargo,dall'eterna politica delle proteste verbali che sembra caratterizzare da anni i governi dell'Ue e degli Stati Uniti. Da almeno un anno, ad esempio, si parla di una serie di nuove sanzioni come di un fatto "imminente",ma poi si continua a rinviare. Nel frattempo il falco di Teheran continua a proseguire,anzi ad accelerare,il suo programma nucleare, sperimentando missili a gittata sempre più lunga, potenziando gli impianti atomici (che l'Aiea scopre sempre in ritardo) ed ora annunciando la costruzione di 10 nuovi siti nucleari e l'avvio dell'arricchimento dell'uranio al 20%. Ma chi ci garantisce che il regime dice la verità? E se, invece del 20%, si stessero costruendo bombe atomiche, portando l'arricchimento all'80%? Più che le sanzioni (che tardano ad arrivare) agli ayatollah ha dato molto fastidio il discorso di Silvio Berlusconi al parlamento di Gerusalemme, come confermano le aspre reazioni iraniane. Dopo lunghi (e complici ) silenzi,finalmente un capo di Stato europeo ha avuto il coraggio di dire "basta" alle prepotenze,alla politica aggressiva e antisemita del nuovo Hitler. E lo ha fatto anche contro gli interessi economici dell'Italia. Il nostro paese si è infatti confermato ,anche nel primo semestre del 2009,il primo partner commerciale europeo dell'Iran,con un miliardo e 726 milioni di euro.

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