Catania. Beni complessivi per circa 70 mila euro sono stati sequestrati da militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza etnea in esecuzione di un'ordinanza del Tribunale di Catania nei con fronti di una nota cooperativa catanese, che si occupa dell'assistenza ai malati oncologici terminali. Il reato ipotizzato dalla Procura della Repubblica, che ha indagato 10 persone tra medici, collaboratori e dipendenti della coop, è di associazione a delinquere etruffa ai danni della ex Ausl 3, ora Asp Catania. Secondo l'inchiesta coordinata dalla Procura distrettuale etnea, la società avrebbe avrebbero continuato a svolgere la loro assistenza, riservata a malati terminali, anche a quelli che non lo erano più, come dei pazienti che partecipavano a pellegrinaggi in vari Santuari, anche guidando la propria auto. Per la guardia di finanza inoltre, l'assistenza fornita, superava di gran lunga i due mesi previsti, fino a sfiorare anche la durata di un paio di anni. In tali casi, è emerso dalle indagini, l'assistenza a carico dell'erario si riduceva di fatto a semplici operazioni di routine da parte dei medici, i quali si limitavano a misurare la pressione, a fare qualche puntura intramuscolare o addirittura poteva accadere che l'infermiere, recatosi al domicilio dell'assistito, non avendo da somministrargli cure, si dilettasse nella professione di barbiere.
Truffe su cure a malati terminali a Catania: sequestrati beni
Il reato ipotizzato dalla Procura della Repubblica, che ha indagato 10 persone tra medici, collaboratori e dipendenti della coop, è di associazione a delinquere e truffa ai danni della ex Ausl 3, ora Asp
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