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Ciancimino: gli 007 mi invitarono a tacere

Il figlio dell’ex sindaco di Palermo, al processo Mori: l'agente dei Servizi, che io conoscevo come Franco, mi invitò a non parlare più di certe vicende perché tanto io non sarei mai stato coinvolto

Palermo. "Dopo che venne resa nota una mia intervista dalla quale in qualche modo emergeva il mio ruolo nella cattura di Riina, l'agente dei Servizi, che io conoscevo col nome di Franco, mi invitò a non parlare più di certe vicende perché tanto io non sarei mai stato coinvolto e non sarei mai stato chiamato a deporre. Cosa che avvenne visto che fino al 2008, quando decisi di collaborare con i magistrati, nessuno mi interrogò mai".
Lo ha detto Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito, deponendo al processo per favoreggiamento alla mafia a carico del generale dell'Arma Mario Mori.
Ciancimino ha anche spiegato che il capitano dei carabinieri, braccio destro di Mori, Giuseppe De Donno, in più occasioni, negli anni, lo rassicurò che nessuno lo avrebbe sentito sulla vicenda relativa alla cattura di Riina sulla quale sarebbe stato anche apposto il segreto di Stato.

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