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Palermo incrocio di tante inciviltà... “Chiediamo un colpo d'ala nei controlli”

Concordo pienamente con l'analisi della lettera del signor Franco M. Romano ( www.gds.it 4 gennaio 2010), e aggiungo che gran parte delle colpe del degrado in cui versa questa città, sono da imputare proprio a una gran parte dei cittadini, che in barba a ogni regola di civiltà, compiono atti intollerabili di: mancanza di rispetto verso le persone, superficialità, arroganza nell'intento di non passare per "fessi", depositando presso i cassonetti di immondizia i più svariati materiali da buttare, ignorando tranquillamente divieti di accesso in certe vie a senso unico, parcheggiando normalmente in doppia e tripla fila per sola comodità (magari a 20 metri c'è spazio libero), considerando anche la clemenza del tempo che in genere la fortuna ci dona. Gruppi di persone ferme a parlare magari all'ingreso di uffici o esercizi pubblici, costringono così chi deve entrare o uscire, a chiedere permesso! Si danno spesso (giuste) colpe agli amministratori pubblici per le loro mancanze nella gestione della città, ma se cominciassimo noi cittadini a comportarci in modo più civile, sicuramente daremmo una grossa mano al portare in superficie la straordinaria bellezza e potenzialità culturale ed economica di questa (purtroppo) degradata città. Ci saranno cittadini che si "indigneranno" nel leggere o sentire certe osservazioni su Palermo, ma non è con l'orgoglio ipocrita che si progredisce, infatti siamo sempre agli ultimi posti delle graduatorie di vivibilità italiane.
Pietro Biancardi, Palermo

Indignazione, perché? Secondo noi  è troppo indulgente. Denuncia l’inciviltà degli automobilisti, ha ragione. Ma  dove li mette  i  centauri?  Imboccano  sensi unici. Superano a sinistra. Invadono marciapiedi e ville. Violano ogni regola. Espongono a rischi persone al volante e pedoni. Se  volessimo sbizzarrirci nell'inventario delle inciviltà,  saremmo a un elenco impossibile. Ne vediamo di tutti i colori.  Permessi per disabili contraffatti. Divieti di sosta nei passi carrabili non autorizzati. Rifiuti nei cassonetti in orari non consentiti. Vandali che distruggono le scuole. E poi abusivi dappertutto: nelle case popolari, negli allacciamenti  a reti idriche o elettriche, nei mercatini. Per non parlare di interi mercatini e case (anche palazzi) abusivi del tutto. Anche così è  Palermo. Leonardo Sciascia definiva questa terra irredimibile. Per questo  scrivevamo ( gds.it  4 gennaio 2010) che, se si vuole che Palermo cambi, dobbiamo cambiare tutti.
Poi, signor Biancardi, c'è una questione massima. Quella  del governo della città. Giovanni Agnelli, con la solita ironia graffiante, diceva che la politica è un lavoro difficile. Ma questo non vuol dire che i politici lo svolgano nel migliori dei modi.  Ecco il punto.  l’inciviltà rende difficile l'azione di ogni governo. Ma questa inciviltà deve  essere al centro di ogni strategia di governo. Noi, per esser chiari, sentiamo crescente a Palermo, non meno che in altre città dell'Isola, l’esigenza di un colpo d'ala nel contrasto delle piccole, ma diffuse, illegalità quotidiane.
Nelle strade si violano codice e regole?  Ma è inadeguato il numero  di  vigili. Le Case popolari vengono costantemente occupate? Ma i cantieri che le costruiscono sono sempre invigilati. Abusivi nei Mercatini e mercatini abusivi? Ma i controlli sono insufficienti sempre. le discariche crescono? Ma aumentano terreni incolti e opere incompiute che nessuno sorveglia e diventano depositi naturali di immondizia. Certo ogni civilizzazione è lenta. Ma a Palermo, talora o spesso, si incrociano inciviltà private e inefficienze pubbliche. Facciamo un esempio, Legato ad una nostra campagna. denunciavamo tempo fa la discarica abusiva di  Via Olio di lino. Accendemmo su quella strada i riflettori di questo giornale, della nostra televisione e della nostra radio. Comune, vigili e Amia, provarono  strategie comuni. Si arrivò ad una vigilanza permanente. La discarica scomparve. Un miracolo. Ricomparve mesi dopo, quando la presa fu allentata. È solo un esempio. Che ci dice una cosa semplice e chiara. È urgente una strategia della sorveglianza. Non si può mettere un vigile o un poliziotto in ogni marciapiede, d'accordo.  Ma si possono organizzare controlli e  pattugliamenti impegnando diversi uffici e forze. In uno sforzo coordinato. Del resto a Palermo c'è personale “ridondante” negli uffici del municipio e delle aziende collegate. Destinarne una quota alla sorveglianza, nelle condizioni che la legge consente, sarebbe un bel modo di rendere utile personale inutile. Per aiutare vigili e forze di polizia a reprimere quando la repressione è necessaria. Arturo Graf, un poeta che conosceva la storia del mediterraneo (nato in Grecia, ha vissuto in Italia) scriveva che "la civiltà è una terribile pianta che non vegeta e non fiorisce se non è innaffiata di lacrime  e sangue". Per carità, non chiediamo per Palermo né lacrime né sangue. Ma qualche contravvenzione in più, ci vorrebbe. E come.


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