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L'arciprete di Termini: si ascoltino le parole del Papa

L'appello di don Francesco Anfuso ai vertici della Fiat: "Non lasciate morire lo stabilimento. Se va male la colpa non è degli operai"

Termini Imerese. L'arciprete di Termini Imerese, don Francesco Anfuso, lancia un appello alla famiglia Agnelli proprio mentre è in corso a Roma la riunione sul futuro dello stabilimento siciliano della Fiat: "Mi rivolgo agli eredi dell'avvocato Agnelli, ai giovani fratelli Elkann: intervenite, fate qualcosa, non lasciate morire la fabbrica che per tanti anni ha rappresentato il sogno di diverse generazioni e ha dato impulso al nostro territorio".
Padre Anfuso, che oggi ha manifestato davanti ai cancelli per il sit-in con i sindaci del comprensorio, ricorda agli azionisti della Fiat "che proprio qui, a Termini Imerese, è stata dedicata qualche anno fa una strada all'avvocato Agnelli, per dimostrare l'attaccamento a un industriale che ha dato lustro a questa terra". "Se oggi lo stabilimento va male come sostiene Sergio Marchionne - aggiunge l'arciprete - la colpa non è certo degli operai o delle istituzioni locali. E' chi ha gestito l'azienda che non ha saputo mantenere quel gioellino che alla fine degli anni Sessanta la Sicilia ha consegnato agli Agnelli". E ancora: "Chi ha colpa e paura è rimasto in silenzio dopo le parole del Santo Padre, Benedetto XVI, che ha richiamato tutti al senso di responsabilità nella vicenda che riguarda la Fiat di Termini Imerese".

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