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Mafia, l'imprenditore Notaro condannato a sei anni

L'ex responsabile del Cdu era accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Tra le imputazioni mosse all'ex politico, anche quella di aver investito ingenti somme di denaro, provenienti dalle attività criminali della cosca, in attività formalmente lecite

I giudici della quinta sezione del tribunale di Palermo hanno condannato a 6 anni, per concorso esterno in associazione mafiosa, Nicolò Notaro, ex responsabile del Cdu di Villabate (Palermo). A sostenere l'accusa in giudizio sono stati i pm della dda Nino Di Matteo e Lia Sava. Notaro era indicato dal pentito Francesco Campanella come personaggio vicino al capomafia di Villabate, Nino Mandalà. Tra le imputazioni mosse all'ex politico, anche quella di aver investito ingenti somme di denaro, provenienti dalle
attività criminali della cosca, in attività formalmente lecite. Sotto la lente di ingrandimento dei pm è finita, in particolare, un'operazione commerciale della Haskell International Trading, la società americana che gestiva la distribuzione della pasta Buitoni e di altri prodotti del marchio Nestlé negli Usa. Nel 2004, Notaro era socio della ditta insieme all'italoamericano Edoardo Catalfamo. L'affare, oggetto dell'inchiesta, finanziato interamente da Notaro, secondo gli inquirenti con 300mila dollari di provenienza
mafiosa, era finalizzato alla distribuzione nello stato di New York di 300 tonnellate di pasta Buitoni.  Dal processo, inoltre, è emerso che il boss Nicola Mandalà
si recò due volte negli Usa, tra il 2003 e il 2004, e una volta insieme al capomafia Gianni Nicchi, all'epoca latitante. I due  incontrarono esponenti della famiglia Inzerillo, emigrati dopo la guerra di mafia degli anni '80. Successivamente, il capomafia di Villabate ando' a trovare proprio Notaro. Tra le persone incontrate nel viaggio americano da Mandalà e Nicchi, anche quel Frank Calì, uomo d'onore emergente del clan Gambino negli Stati Uniti, raggiunto, con alcuni membri della famiglia Inzerillo, da un ordine di arresto nell'ambito dell'operazione "Old Bridge". Ulteriore prova dei rapporti tra l'imputato e la mafia d'oltreoceano. Secondo i pm, inoltre, l'imputato per conto della "famiglia" di Villabate, seguì personalmente la vicenda della realizzazione di un centro commerciale che sarebbe dovuto sorgere nel comune. All'ipermercato era interessata la cosca che si sarebbe mossa per ottenere i terreni ottenendo in cambio, dalla ditta che aveva fatto il progetto, quote degli appalti e dei servizi relativi alla costruzione del centro. Infine Notaro si sarebbe attivato per inserire nelle liste delle elezioni regionali del 2001 soggetti "segnalati" dai Mandalà.

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