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Fiat, Schifani: "Basta aiuti se non si salvaguarda il lavoro"

Il presidente del Senato: "Un impegno morale non disperdere il patrimonio industriale e produttivo di Termini"

Roma. "Bisogna avere il coraggio di dire basta ad elargizioni statali se non vengono salvaguardati i posti di lavoro e i presidi industriali". E' quanto ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, alla presentazione del rapporto sulla sussidiarietà del 2009 riferendosi esplicitamente alla Fiat. "Il patrimonio industriale e produttivo della Fiat di Termini Imerese - ha sostenuto Schifani - deve essere salvato, non dobbiamo e non possiamo disattendere questo impegno morale".
Schifani definisce “un fatto scellerato” la chiusura dell’impianto siciliano annunciata dall’amministratore delegato Sergio Marchionne. La seconda carica dello Stato si augura "non succeda" perché Termini Imerese "é un polo industriale strategico del Mezzogiorno e il Mezzogiorno non può consentirsi questa grande battuta di arresto".
"Mi auguro fortemente che qualcuno ci ripensi" aggiunge Schifani che ritiene necessario "guardare con una strategia complessiva quelli che sono i problemi della produzione italiana come sta facendo il governo". "Ritengo che anche la Fiat - dice Schifani - debba guardare all'interesse etico-sociale della produttività e del lavoro".
Secondo Schifani, "occorre fare squadra, fare sistema tra mondo produttivo e mondo delle istituzioni, in un momento in cui la crisi tocca anche l'Italia". "Bisogna guardare al senso etico del fare impresa, aumentare e mantenere i livelli occupazionali. Questo - sottolinea il presidente del Senato - significa  richiamarsi a quella coesione sociale della quale il capo dello Stato spesso ci fa insegnamento".
E infine: “In Sicilia l'occupazione è la prima e irrinunciabile risposta dello Stato e della società al giogo della mafia, che si avvale, sfrutta, ricatta i lavoratori e le loro famiglie, utilizzandoli al pari di merce di scambio con i propri interessi criminali".

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