Un nuovo sequestro "blinda" ulteriormente il patrimonio milionario dell'imprenditore della
sanità privata Michele Aiello che, il 23 gennaio scorso, è stato condannato dalla corte d'appello di Palermo a 15 anni e 6 mesi per associazione mafiosa e truffa aggravata alla Asl del capoluogo. La corte, che ha emesso la sentenza, accogliendo le istanze delle parti civili - la Asl e il Comune di Bagheria - ha disposto il sequestro conservativo dei beni dell'imputato fino alla concorrenza di 30 milioni in favore dell'azienda sanitaria e di 3 milioni per il Comune di Bagheria. Una misura che, vista la conferma del risarcimento liquidato alle due parti rispettivamente nella cifra di 20 e 3 milioni, preserva i loro crediti. Il provvedimento, che al momento non comporta alcuna conseguenza pratica e non è esecutivo, è stato adottato per evitare che la sezione misure di prevenzione del tribunale dissequestri il patrimonio del manager sul quale grava, appunto, anche la misura patrimoniale antimafia, e i beni possano tornare ad Aiello, vanificando così il diritto delle parti civili.
Mafia, sequestro conservativo dei beni di Aiello
La corte d'Appello ha accolto le istanze delle parti civili, la Asl e il Comune di Bagheria. Disposto il sequestro dei beni dell'imputato fino alla concorrenza di 30 milioni in favore dell'azienda sanitaria e di 3 milioni per il Comune.
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