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Mafia, fece uccidere zio e cugino: ergastolo per Tommaso Inzerillo

I due furono assassinati all'inizio degli anni Ottanta negli States dove la famiglia si era rifugiata per sfuggire alla vendetta dei Corleonesi

Palermo. La prima sezione della Corte d'assise di Palermo ha condannato all'ergastolo Tommaso Inzerillo, imputato di avere fatto uccidere due suoi parenti, assassinati negli Stati Uniti tra la fine del 1981 e gli inizi dell'82, per salvare se stesso.
Il collegio presieduto da Salvatore Di Vitale, dopo cinque ore di camera di consiglio, ha accolto le richieste del pm Roberta Buzzolani. Inzerillo era rimasto in carcere per diciotto anni: fu scarcerato nel 2005, di nuovo arrestato l'anno dopo nell'ambito dell'operazione Gotha, in cui è stato condannato, é implicato anche nell'operazione Old Bridge, sui legami tra le cosche siciliane e italo-americane. Nel processo è stato giudicato per gli omicidi di uno zio, Antonino Inzerillo, e di un cugino, Pietro Inzerillo, fratello di Salvatore detto Totuccio, boss di Passo di Rigano, eliminato a colpi di kalashnikov l'11 maggio del 1981.
Molti degli Inzerillo scapparono negli Usa, per evitare di essere assassinati. Ma la caccia scatenata dai Corleonesi non si esaurì lì e proseguì oltreoceano: Tommaso avrebbe così tradito i parenti, per evitare di essere a sua volta ucciso.
Pietro Inzerillo fu trovato nel bagagliaio di un'auto con una banconota da 5 dollari in bocca e due banconote da un dollaro sui genitali, davanti all'hotel Hilton Mont Laurel, nel New Jersey, il 18 gennaio 1982. Tre mesi prima, il 19 ottobre 1981, sempre nel New Jersey, era scomparso il cugino Antonino, col metodo della lupara bianca.

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