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La protesta dell'Anm a Palermo: "Riforme preoccupanti, non taceremo"

Il presidente della Giunta dell'associazione magistrati Di Matteo evidenzia contraddizioni fra il ddl sul processo breve e altre iniziative legislative del Parlamento

Palermo. "Non taceremo e continueremo a manifestare la nostra preoccupazione per le riforme della giustizia in preparazione". Così Nino Di Matteo, presidente della Giunta dell'Anm del distretto di Palermo, ha concluso la conferenza stampa organizzata al termine della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario.
Di Matteo, nel suo intervento, ha messo in luce le contraddizioni del cosiddetto disegno di legge sul processo breve rispetto alle altre iniziative legislative adottate dal Parlamento nel campo della giustizia. "Come si concilia l'esigenza di un processo celere - si è chiesto - ad esempio, con le norme che vietano al giudice di eliminare le prove superflue, che attribuiscono alla corte d'Assise la competenza sui reati di mafia e che impediscono l'acquisizione al dibattimento delle sentenze definitive?".
Contraddizioni evidenti, secondo il magistrato, che ha anche messo in luce "l'intasamento dei tribunali che comporterebbe  l'entrata in vigore del disegno di legge sul processo breve e la  morte di processi per reati importantissimi determinata dalla  nuova legge".
"Siamo stanchi delle campagna di falsità che si dipinge come una massa di fannulloni", ha detto il segretario dell'Anm palermitana Vittorio Teresi che ha riferito i dati sull'Italia della Commissione Europea per l'Efficacia della Giustizia.
Secondo lo studio, il nostro Paese è il terzo, in Europa,  per capacità di smaltimento dei procedimenti civili e il primo  per quelli penali. A ricordare il rischio di "desertificazione" che corrono le Procure siciliane è stato Fernando Asaro, componente della Giunta che ha elencato i dati delle carenze d'organico degli  uffici inquirenti del distretto: Palermo è al primo posto con  16 pm in meno.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche gli altri componenti della Giunta: Andrea Genna, Alessia Sinatra e Gaetano Scaduti. Quest'ultimo ha parlato degli effetti devastanti che l'entrata in vigore del processo breve avrebbe sulla materia civile. "Il giudice - ha detto - a Palermo sarebbe obbligato a trattare una media di 75-100 processi a udienza".
 

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