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Scajola bacchetta la Fiat: "Cassa integrazione inopportuna"

Il ministro dello Sviluppo economico: "Così vertenza più difficile, ma lavoreremo per ricucire e riprendere il dialogo"

Torino. La decisione della Fiat di chiudere due settimane tutti gli stabilimenti dell'Auto "non era opportuna in questo momento e rende più difficile la vertenza". Il ministro Claudio Scajola bacchetta il Lingotto, ma in vista del tavolo tecnico di venerdì su Termini Imerese auspica che "si possa riannodare il filo" e avverte che gli incentivi ci saranno ma più limitati e per un tempo più breve. "Lavoreremo per ricucire e riprendere il dialogo", conferma il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, mentre il vicepresidente del Lingotto, John Elkann assicura che l'azienda "non lascerà mai Torino, dove ha il cuore e la testa".
L'amministratore delegato Sergio Marchionne è già lontano, a Detroit, dove si dedicherà per qualche giorno alla Chrysler, ma le prospettive negative del mercato dell'auto e l'annuncio della cassa integrazione hanno di nuovo contraccolpi a Piazza Affari: il titolo va giù del 4,8% e chiude a 9 euro, dopo scambi boom pari al 5,5% del capitale.
Attaccano anche i sindacati. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, parla di "un modo singolare di procedere, un ricatto", termine usato anche dal ministro dei Trasporti, Altiero Matteoli. Giorgio Cremaschi della Fiom definisce "uno scandalo la distribuzione degli utili agli azionisti mentre si ferma il lavoro, si taglia il salario e si chiudono le fabbriche", mentre per Susanna Camusso, segretaria confederale della Cgil, "la fretta e le modalità indicano una volontà di pressione per mantenere politiche di incentivi senza vincoli". Luigi Angeletti, numero uno della Uil, insiste sulla necessità di tutelare "la produzione industriale a Termini Imerese per garantire l'occupazione e lo sviluppo", per l'Ugl "é doveroso l'impegno di tutti per l'occupazione".    La Fiat ribadisce che "il mercato degli ordini auto in Italia a gennaio ha visto un calo del 50% rispetto agli ultimi tre mesi". Le danno sostegno gli industriali: "Se non si vendono macchine la cassa integrazione è normale", osserva il vicepresidente di Confindustria con delega alle relazioni industriali, Alberto Bombassei. E sono con lei i costruttori: il ricorso alla cassa integrazione è un fatto puramente industriale, dicono Eugenio Razelli, presidente dell'Anfia e Loris Casadei, presidente dell'Unrae.    Dal mondo politico arrivano critiche bipartizan alla Fiat. "Chi si intende di relazioni sindacali sa bene che non si tratta di un buon viatico per il confronto al ministero", osserva Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera, mentre Gianni Pagliarini, responsabile Lavoro del Pdci, invita il ministro Sacconi "a passare dalle parole ai fatti: metta Marchionne spalle al muro e obblighi Fiat a rispettare i lavoratori e i soldi pubblici ricevuti dallo Stato". Enzo Ghigo,coordinatore regionale del Pdl, bolla come "intempestiva" la decisione del Lingotto.

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