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Sciopero al Petrolchimico di Gela

I lavoratori chiedono lo sblocco immediato degli investimenti annunciati dall'Eni e l'assegnazione delle nuove commesse di lavoro

Gela. Metalmeccanici in sciopero per otto ore, oggi, al petrolchimico di Gela. Ma con loro si sono fermati tutti i mille dipendenti dell'indotto che chiedono lo sblocco immediato degli investimenti annunciati dall'Eni e l'assegnazione delle nuove commesse di lavoro.
Secondo la Lega delle cooperative, è a rischio il posto di 250 lavoratori, attualmente in cassa integrazione. Ma la direzione aziendale della Raffineria di Gela dice di non avere soluzioni immediate, considerato che i lavori di manutenzione ordinaria sono stati già conclusi nel 2009 e che quelli del 2010 scatteranno nel secondo semestre. Tutte le speranze perciò sono affidate ai nuovi investimenti. L'Azienda, dal canto suo, pur confermando le somme stanziate, pari a 500 milioni di euro, nonché i propri interventi programmati per migliorie produttive e ambientali, ha fatto sapere che "le nuove opere non possono essere avviate perché attendono ancora le autorizzazioni del ministero dell'Ambiente".
I sindacati chiedono un tavolo di confronto urgente per impedire che "le controversie tra Eni e governo debbano essere pagate pesantemente dai lavoratori". La Raffineria di Gela, infatti, non accetterebbe i vincoli imposti dal ministero dell'ambiente, che chiede di portare la barriera bentonitica da 20 a 50 metri di profondità, per la bonifica delle acque di falda dello stabilimento, inquinata dalle infiltrazioni di idrocarburi avvenute nel tempo.

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