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La Fiat: "Ecco perché chiudiamo lo stabilimento di Termini"

Telegramma inviato ai sindacati e alle istituzioni per spiegare le ragioni della sospensione dell'attività produttiva

Palermo. Con un telegramma inviato ai sindacati e a diverse autorità istituzionali, la Fiat spiega le ragioni della sospensione, a partire da oggi, dell'attività produttiva nello stabilimento di Termini Imerese. La sospensione dal lavoro del personale, quasi la totalità dei 1.350 lavoratori, è, al momento, a tempo indeterminato.
"Da alcuni giorni - scrive la direzione Fiat della fabbrica siciliana - lo stabilimento di Termini Imerese è teatro di manifestazioni e proteste che in varie forme ne hanno disturbato l'attività lavorativa. Da oggi (ieri, ndr) ha avuto la forma di un presidio dei cancelli con blocco delle merci in entrata e in uscita. Il mancato ricevimento di componenti da parte dei fornitori sta bloccando dalle 11 di stamani (ieri, ndr) la produzione. Perdurando questa impossibilità di svolgere l'attività, a partire dal 27 gennaio l'azienda è costretta a sospendere dal lavoro tutto il personale dello stabilimento, fatto salvo quello strettamente necessario per questioni tecniche e organizzative di presidio degli impianti”.
La Fiat sottolinea che "tale provvedimento sarà revocato non appena si avranno garanzie certe dello scioglimento del blocco e del ripristino delle condizioni di normalità e sicurezza, compreso l'allontanamento dallo stabilimento delle persone che in questo momento, illegalmente e arbitrariamente, ivi stazionano". Il riferimento é ai 13 lavoratori della Delivery & Mail, ditta dell'indotto, che da oltre una settimana si trovano sul tetto del capannone della Fiat per protestare contro il licenziamento scaturito dalla decisione del Lingotto di riassorbire, a partire dal primo febbraio, le attività di pulizia finora date in appalto.
"L'azienda - conclude il telegramma della Fiat - si riserva di intraprendere le opportune azioni legali, civili e penali per tutelare i propri diritti e interessi".
Oltre che ai sindacati, il telegramma è indirizzato alla Regione siciliana, al comune di Termini Imerese, alla prefettura, alla questura e ai carabinieri di Palermo.

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