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Nessuno vuole allenare la Juve

Ferrara resta sulla panchina bianconera solo perché non si trova il sostituto. I grandi tecnici come Hiddink pretendono uno stipendio alto, Zoff e Trap hanno detto no al ruolo di traghettatore

Torino. Ferrara addio. Ma non si sa quando. E neppure chi prenderà il suo posto. La crisi Juve registra un'altra giornata febbrile e convulsa per cercare di risolvere al più presto la situazione drammatica, o quanto meno trovare un modo per frenare l'emorragia di punti della squadra, che sta precipitando verso i bassifondi della classifica.
Oggi c'é stato l'ennesimo vertice societario, con tutto lo stato maggiore presente e un rappresentante della proprietà, che ne ha riportato l'orientamento: chiudere con Ciro Ferrara e voltare pagina. Ma sul "come", regna ancora l'incertezza: passare per un traghettatore di carisma ed esperienza (l'ultimo nome è quello di Giovanni Trapattoni, ma ha smentito qualche ora fa), oppure sancire il fallimento del progetto Blanc e affidare la guida tecnica a un allenatore di nome, Hiddink, Benitez o Blanc (quello che in Champions League ha dato lezioni di gioco alla Juve con il Bordeaux). Il paradosso è che a decidere quale strada intraprendere, sono proprio quei dirigenti messi anche loro in discussione in queste ore, perché, oltre al tracollo di risultati, i danni economici sono ingenti: dalla Champions già mancata a quella molto probabilmente persa del prossimo anno, alla cifra alta (50 milioni) sborsata per le due delusioni Diego-Melo.
Ma alla proprietà non sono piaciuti nemmeno i consigli di Lippi che hanno portato a Grosso e Cannavaro, due flop, oltretutto senza futuro perché avanti con l'età. Se però il messaggio (negativo) su Ferrara è arrivato, da casa Exor, non altrettanto perentorio è partito quello sulla linea societaria da seguire, perché rischi e vantaggi sono presenti in entrambe le soluzioni. I grandi tecnici come Hiddink costano carissimi (la stampa russa oggi parla di un rilancio della Juventus, che sarebbe salita a 5,5 milioni), e Rafa Benitez ancora di più, perché dovrebbe liberarsi  dal Liverpool, che lo ha sotto contratto. Oltretutto non è affatto scontato che tecnici di tale livello siano entusiasti di accasarsi a Torino, dove c'é una situazione caotica e una squadra totalmente da ricostruire, con una età media alquanto elevata. Come traghettatori, sono stati fatti anche i nomi di Zoff (anche lui ha rifiutato), Gentile, Vialli, Zaccheroni, ma non convincono la dirigenza.
Non è neppure semplice la convivenza di un allenatore con Lippi direttore tecnico: l'ideale sarebbe stata l'accoppiata con Ferrara, come in azzurro, ma siccome le cose sono andate male, si parla di Allegri, che il ct campione del mondo stima molto. Queste incertezze porteranno probabilmente a tirare avanti con l'attuale allenatore fino a giovedì: la sua ultima panchina, potrebbe essere quella di San Siro contro l'Inter in Coppa Italia; oppure addirittura domenica contro la Lazio.
Ciò che non cambia mai, invece, alla Juventus, è il trend infortuni: anche questa settimana, puntuale, arriva l'incidente muscolare. Tocca a Marchisio, stirato, stare fuori 20 giorni. Nessuno spera più, ormai, che la tendenza si inverta o per lo meno si arresti. Anche questo è un tema caldissimo su cui la dirigenza è stata chiamata a rispondere. Melo, dal Brasile, dice di credere nella Juventus. Ma è la Juventus che non crede più in lui.

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