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Il sindaco: "Gli alloggi popolari? Vandalizzati e inutilizzabili"

Domenico Russello: "Le case devono essere consegnate da dieci anni. Ma la famiglia Bellavia non credo sia in graduatoria"

Favara. I vigili del fuoco del comando provinciale di Agrigento continuano a scavare. C’è puzza di gas in via del Carmine, nel centro storico di Favara, dove questa mattina una palazzina di tre piani si è sbriciolata su se stessa. Le due famiglie che abitano nelle case attigue a quella crollata sono state evacuate in via precauzionale. Occorre trovare, secondo i pompieri, la fuga di gas prima che si inneschi un’altra tragedia.
Il sindaco di Favara Domenico Russello ha lasciato la piazza. I parenti della famiglia Bellavia gli hanno urlato contro tutta la loro rabbia e dolore. I carabinieri, formando quasi una catena umana, gli hanno impedito di raggiungere il capo dell’amministrazione. “Da anni – racconta, urlando, fra le lacrime, la sorella di Giuseppina Bello – mio cognato aveva fatto richiesta per l’assegnazione di un alloggio popolare. Nessuno glielo ha però concesso e questo è il risultato”. Domenico Russello, mentre tenta di raggiungere l’autovettura che lo dovrà portare al Comune, spiega: “Ci sono 56 case popolari in contrada Piana dei Peri che attendono da circa 10 anni di essere consegnate agli aventi diritto. Sono case che purtroppo nel corso degli anni sono state vandalizzate e dunque sono inutilizzabili. Di recente il Comune ha ottenuto un finanziamento di un milione e mezzo di euro da parte della Regione per restaurarle. La famiglia Bellavia – conclude Russello – a quanto mi risulta, non era però in graduatoria”. In via del Carmine, una zona fortemente degradata, dove altre case sono state già squarciate da cedimenti vari, rimangono al lavoro i pompieri, i carabinieri, gli uomini della protezione civile. “Si è trattato di un crollo strutturale” – dice il comandante provinciale dei vigili del fuoco Salvatore Rizzo - . “La palazzina crollata oggi – spiega Maurizio Cimino della protezione civile regionale – era fortemente fatiscente. Era stato tentato un restauro dei piani superiori, senza toccare però le fondamenta. L’immobile non aveva fra l’altro piani di appoggio visto che gli immobili attigui erano stati abbattuti o erano crollati. Le recenti, violente, piogge hanno fatto il resto, compromettendo una struttura già precaria”. “Tutto il Mezzogiorno – dice il prefetto di Agrigento Umberto Postiglione – è combinato in questo modo. A pagare sono purtroppo sempre le famiglie più povere. La Procura accerterà le eventuali responsabilità”. Aleggia incredulità e paura nella zona vecchia di Favara. “Il bambino aveva ancora la testa sul cuscino – racconta Lino Sgarito, il primo a trovare Giovanni di 11 anni, della protezione civile locale - . Stavano dormendo i piccoli quando si è verificata la tragedia. Forse è stato il cuscino sul quale aveva poggiata la testa Giovanni a salvargli la vita”. Una storia di degrado ed indigenza finita in tragedia secondo alcuni dei favaresi che vivono a pochi metri: “Conoscevo bene la famiglia Bellavia – racconta Angelo Di Rocco, un vicino di casa - . Ogni tanto visto che Giuseppe Bellavia faceva lavori saltuari compravo qualche dolcetto o qualcosa di utile ai tre bambini”.
I coniugi Bellavia, così come il loro unico figlio sopravvissuto alla tragedia, si trovano, adesso, ricoverati all’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento. Nessuno dei tre dovrebbe essere in pericolo di vita.

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