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Favara, Giovanni salvo grazie al suo cellulare

Il piccolo, sotto le macerie, ha avuto la prontezza di chiamare il padre e chiedere aiuto

Favara. Gli sono crollati addosso detriti e calcinacci ma Giovanni, 12 anni, sepolto vivo sotto le macerie della sua abitazione crollata come un castello di carta, ha avuto la prontezza di acciuffare il telefonino, dal quale non si separava mai, e comporre il numero del cellulare del padre per chiedere aiuto.
Quel telefonino, caricato con pochissimi euro e che usava per fare gli squilli ai suoi amichetti e ai genitori, al momento ha salvato la vita al bambino, che nel crollo della palazzina, a Favara (Ag), ha perso le sorelle Marianna e Chiara, mentre il padre e la madre - Giuseppe Bellavia e Giuseppina Bello - sono rimasti leggermente feriti.
Con l'aiuto delle prime persone accorse in strada, in via Carmine, marito e moglie sono riusciti a tirarsi fuori dalle macerie. Nel trambusto di quei terribili secondi, il telefonino di Giuseppe ha squillato, una sola volta. Era il piccolo Giovanni, che col suo cellulare era riuscito a telefonare al padre. L'uomo, non avendo credito nel telefonino, ha fornito il numero del cellulare del figlio a un brigadiere dei carabinieri di Agrigento; il militare ha così richiamato Giovanni che ha risposto dopo diversi squilli. "Aiutatemi" ha urlato al suo interlocutore. Per meno di un minuto, il carabiniere è riuscito a parlare con il bimbo: gli ha chiesto il nome, l'età, dove si trovasse e se aveva e dove dolore. Il piccolo ha anche cercato di rispondere alle domande, ma poi la comunicazione si è interrotta. Tutti i tentativi successivi di ricontattare il numero di telefono sono stati praticamente inutili, l'apparecchio infatti risultava spento. Ma i soccorritori, intanto, erano riusciti a localizzare il bambino, trovato sotto le macerie della sua stanza, con sé aveva il telefonino.

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