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Guai per la storica griffe Cacharel

Il marchio in difficoltà finanziarie, con un deficit di 20 milioni di euro accumulato negli ultimi 8 anni

Parigi. Lo storico marchio della moda francese Cacharel è in grosse difficoltà finanziarie, con un deficit di 20 milioni di euro accumulato negli ultimi 8 anni, e tenta ora un piano di rilancio per scampare al fallimento. Secondo il sito fashionmag.com, l'azienda avrebbe perso 3,3 milioni di euro solo nel 2009, e dovrà spenderne circa 5 per mettere in campo le misure sociali a sostegno dei lavoratori.
Gli anni del grande successo, culminato nel 1977 con il Premio miglior esportatore francese di abbigliamento, sono ormai lontani. I cinque impianti in Francia, che negli anni Ottanta impiegavano fino a 1.500 persone, sono chiusi ormai da 10 anni, con la delocalizzazione totale della produzione in Polonia, Portogallo e Cina. E anche per i centri logistici, che danno lavoro a 130 dipendenti, sono in arrivo grossi tagli: "Terremo solo 25 persone, l'equipe del settore design, nella sede parigina: è l'unica soluzione" sentenzia Jean Bousquet, creatore del marchio nel 1958, presidente e principale azionista dell'impresa.
La crisi ha colpito soprattutto il segmento dell'abbigliamento, che Bousquet tenterà di rilanciare tramite una partnership con l'italiana Aeffe, a cui sono affidati produzione e distribuzione dei vestiti, oltre all'apertura di nuovi punti vendita. Resiste invece meglio il settore profumo, grazie soprattutto al successo della storica fragranza Anais Anais, creata nel 1978 ma ancora oggi in testa alle vendite in Gran Bretagna e Spagna.
Per tentare di salvare l'azienda, il suo creatore ha dato mandato ad Arkeon Finance, società di consulenza specializzata in piccole e medie imprese, di raccogliere 10 milioni di euro entro fine febbraio e di sviluppare un piano di accesso al credito. Nessuna possibilità, invece, di un'apertura del capitale a nuovi investitori.

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